Foggia, il gip: «Malaj voleva chiaramente uccidere moglie e figlia. Jessica con coraggio ha difeso e salvato la mamma»

Il panettiere albanese resta in carcere. L'ordinanza del gip: "Assoluta insensibilità verso la vita umana"

Foggia, il gip: «Malaj voleva chiaramente uccidere moglie e figlia. Jessica con coraggio ha difeso e salvato la mamma»

Taulant Malaj, il panettiere 45enne albanese, resta in carcere. Il gip di Foggia Roberta Di Maria ha infatti convalidato il fermo dell'uomo che si trova in cella con l'accusa di duplice omicidio della figlia Jessica, 16 anni, e di Massimo De Santis, presunto amante della moglie, e del tentato omicidio della moglie stessa, Tefta. Contro di lui, scrive la giudice, «sussistono i gravi indizi di colpevolezza». 

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Il panettiere albanese resta in carcere

Nella parte del provvedimento dedicato alle esigenze cautelari si evidenzia il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. «Le brutali modalità di realizzazione dei fatti mostrano nell'indagato una assoluta insensibilità verso la vita umana ed una non comune propensione al delitto come mezzo di affermazione delle proprie convinzioni e come modalità di affermazione del proprio ruolo all'interno della famiglia». «Il quadro indiziario - già grave e supportato dalle dichiarazioni confessorie del prevenuto - si è consolidato a seguito dell'acquisizione dei filmati che hanno ripreso quasi integralmente le scene in cui l'uomo colpiva ripetutamente con chiara volontà omicida sia la moglie che la figlia all'interno della sua abitazione. Le modalità del fatto e l'entità delle lesioni cagionate alle vittime mostrano chiaramente che il Malaj ha agito con l'intenzione di cagionare la morte non solo del De Santis ma anche della moglie e della figlia» si legge nel provvedimento di 11 pagine.

La giovane Jessica - «che con coraggio ha cercato in tutti i modi e fino alla fine di difendere la madre dalla brutale aggressione del padre» è stata colpita «volontariamente» - come mostrano le telecamere nell'appartamento di Torremaggiore -, «non solo quando interveniva in un primo momento all'interno della camera da letto, ma anche quando l'aggressione continuava all'interno del salone dell'abitazione». La minore, da un primo esame del medico legale è stata uccisa con «non meno di 4 coltellate al torace», mentre sul corpo di De Santis «sono state riscontrate un numero non inferiore a 23 coltellate», alla testa, al collo, al torace e all'addome e al braccio sinistro, «e questo è un dato sintomatico della furia omicida con cui l'indagato ha agito, non lasciando sostanzialmente scampo alla vittima».

Allo stesso modo la modalità con cui il Malaj si è avventato nei confronti della moglie, inizialmente, presa di sorpresa, in piena notte, mentre si trovava nel letto, «era tale da poterne cagionare la morte. Dalle immagini estrapolate dai video presenti nell'abitazione è possibile vedere chiaramente che l'indagato, inveiva contro la stessa, sferrando molteplici coltellate nei suoi confronti anche nella parte superiore del tronco, in cui hanno sede organi vitali». La mancata morte è dovuta oltre che dalla reazione della stessa Tefta, «dall'intervento della giovane figlia Jessica nonché probabilmente dal convincimento di averla effettivamente lasciata a terra esanime», oltre che dall'arrivo successivo dei sanitari. 

 

«Voleva chiaramente uccidere moglie e figlia»

«Il quadro indiziario» contro il 45enne Taulant Malaj «si è consolidato con la visione dei filmati» delle telecamere in casa «che hanno ripreso le scene in cui l'uomo colpiva ripetutamente con chiara volontà omicida sia la moglie sia la figlia». Quanto «all'omicidio della giovane Jessica», 16 anni, «che con coraggio ha cercato in tutti i modi e fino alla fine di difendere la madre dalla brutale aggressione del padre», si evince «che i colpi sono stati inferti anche nei suoi confronti volontariamente, non solo quando interveniva in un primo momento nella camera da letto, ma anche quando l'aggressione continuava nel salone».

Sul corpo di Jessica, si legge negli atti, «venivano riscontrate quattro coltellate al torace, sede di organi vitali». «Allo stesso modo - si legge ancora - si evince la pervicacia con cui si avventa contro la moglie sorprendendola in piena notte mentre si trova nel letto, sferrando molteplici coltellate anche nella parte superiore del corpo». «Tutto questo - evidenia il gip - avveniva sotto gli occhi del figlio più piccolo della coppia».

Secondo gli inquirenti «le brutali modalità di realizzazione dei fatti mostrano nell'indagato una assoluta insensibilità verso la vita umana ed una comune propensione al delitto come mezzo di affermazione delle proprie convinzioni e del proprio ruolo all'intero della famiglia».

«Loro fuggivano ma continuavo a colpire»

La notte tra sabato e domenica scorsi, dopo avere ucciso Massimo De Santis, che riteneva fosse l'amante di sua moglie, il 45enne Taulant Malaj ha spiegato agli inquirenti di essere andato in camera da letto «dove c'era mia moglie; l'ho colpita e nel mentre è entrata Jessica, la quale voleva proteggere la mamma. Allora io ho colpito anche Jessica e l'ho uccisa. Manco mi ero reso conto che fosse lei. Jessica purtroppo si è trovata nel momento sbagliato. Dal letto loro due sono scappate in cucina dove ho continuato a colpirle». È un passaggio della confessione di Malaj.

«Dopo mezz'ora - ha spiegato ancora Malaj - sono uscito di casa, precisamente nell'androne condominiale, e mi sono reso conto di cosa avevo fatto. Immediatamente dopo tornavo a fare il video che avete acquisito». Malaj ripercorre quanto accaduto la notte tra sabato e domenica. «Alla sera - ricorda - siamo andati a dormire dopo aver cenato. Ad un certo punto mi sono alzato e ho visto mia moglie chattare con Massimo. Sono uscito fuori sulle scale perché sapevo che stava per arrivare Massimo e infatti lui si è fermato al mio piano con l'ascensore. Gli ho chiesto cosa facesse al mio piano e lui diceva di aver sbagliato casa, si è anche arrabbiato ma io gli ho ribadito che non doveva avere a che fare con mia moglie. Lui mi ha spinto e da lì è partito il casino. Lui è scappato e io sono rientrato in casa a prendere un coltello. Mi è preso un diavolo in testa, l'ho rincorso per le scale e ora non ricordo bene quando l'ho colpito e per questo lo avete trovato nell'androne condominiale».

Nell'ordinanza di convalida di fermo emesso dal gip del tribunale di Foggia, Roberta di Maria, si spiega che sono state «23» le coltellate inferte al 51enne «di cui una alla testa, al collo, 16 al torace e all'addome e tre all'arto sinistro superiore». «Dato - secondo il gip - sintomatico della furia omicida con cui l'indagato ha agito». Quanto al coltello a serramanico trovato in auto, Malaj ha riferito che era «intenzionato a scappare ma poi aveva cambiato idea».

Come sta la moglie Tefta

in miglioramento il quadro clinico di Tefta Malaj, la donna di 39 anni sfuggita alla furia omicida del marito, Taulant Malaj, che la notte tra sabato e domenica scorsi a Torremaggiore (Foggia) ha ucciso la figlia di 16 anni Jessica e Massimo De Santis, barista di 51 anni che considerava l'amante della moglie. Tefta è sopravvissuta all'aggressione del marito perché difesa da sua figlia. La 39enne è ricoverata nel reparto di Chirurgia generale del policlinico Riuniti di Foggia dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico per le gravi ferite riportate nell'aggressione. «La paziente si presenta in buone condizioni generali e non ci sono segni di complicanze postoperatorie e aa ripreso l'alimentazione», si apprende dall'ospedale. La donna è costantemente seguita anche dall'equipe degli psicologi ospedalieri. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Maggio 2023, 13:06
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