Giada, stuprata a 12 anni dal maestro di karate confessa a Storie Italiane: «Ho subito per paura di restare sola»

Giada, stuprata a 12 anni dal maestro di karate confessa a Storie Italiane: «Ho subito per paura di restare sola»

Eleonora Daniele racconta la storia di Giada, una ragazza vittima di abusi quando aveva solo 12 anni. A Storie Italiane si ricorda la vicenda terribile di abusi subita da una minore da parte di un uomo di cui si fidava che nel corso degli anni è stato condannato a 9 anni di carcere insieme ad altri due uomini ritenuti dalla giustizia suoi complici nella vicenda. 

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L'inviato della trasmissione in collegamento con la vittima, ormai giovane donna, spiega che nonostante gli abusi Giada non ha mai voluto smettere di sorridere. Oggi la ragazza ha scelto di parlare per cercare di essere di supporto a tutte le persone che come lei hanno subito abusi ma magari non hanno la forza e il coraggio di parlare. «La mia è una storia legata alla mia passione per il karate», esordisce Giada, «che è la mia vita. Ho iniziato a 10 anni ed è stato subito amore. Il mio maestro aveva un rapporto molto amicale, soprattutto con me e un altro ragazzino. Per questo con Carmelo Cipriani si era instaurato un rapporto anche con le famiglie».

Poi ricorda il triste episodio: «Nel 2008 organizzò un pigiama party dove erano presenti bambini e altri genitori. Io ero sdraiata a terra a dormire con le mie compagne di corso e lui, quando sento la sua mano che entrava nel mio pigiama», aggiunge di non aver capito bene che succedeva ma di esserne stata infastidita: «mi sono girata e mi sono allontanata. Lui mi disse di non raccontare a nessuno quello che era successo perché lo avrei messo in difficoltà.

Poi nulla è più successo ed è continuato il rapporto amicale e nel 2009 mi sono rotta una gamba prima di una gara, io dovevo partire per il mare ma dissi ai miei geniotori che sarei rimasta con i nonni e lui disse che il pomeriggio mi avrebbe aiutato a fare riabilitazione ma in quei momenti iniziava ad allungare la mano a provare a toccarmi e a farsi toccare, fino poi ad arrivare ad avere un rapporto».

A quel punto per la ragazza è iniziato l'inferno: «Mi sono sentita obbligata, perché se non facevo ciò che voleva lui io non sarei più stata all'altezza. Io piangevo durante quei rapporti, magari scappavo e lui mi trovava negli spoiatoi». Nel 2013, a 17 anni, Giada ha trovato il coraggio di denunciare: «Io non ce la facevo più, mi sentivo in colpa, facevo autolesionismo, ero arrivata al limite e sono andata in palestra dove gli ho detto basta e gli ho chiesto di smettere. Ma lui aveva fatto terra bruciata intorno a me, non avevo più nessuno. Quindi mi sono trovata a pensare se sopportare e tenere gli amici e il karate oppure essere sola. Scelsi di non restare sola e ho continuato a sopportare».

Poi spiega di aver avuto paura di raccontare quanto accadeva ai genitori perché si sentiva in colpa e vedeva che comunque la mamma e il papà, ignari di tutto, avevano un ottimo rapporto con lui. Ma nel gennaio del 2017 è esplosa e ha detto tutto ai genitori, ormai vittima di choc post traumatico da stress: «Loro erano molto arrabbiati, ma non con me ovviamente. Hanno cercato di capire la situazione, mi hanno mandato da una terapeuta che mi ha fatto conoscere l'avvocato ma io all'inzio avevo paura di denunciare».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Ottobre 2021, 13:08
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