Giacomo Chiapparini: chi era l'imprenditore schiacciato dal Grana Padano

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Si chiamava Giacomo Chiapparini l'imprenditore agricolo travolto e ucciso da 25mila forme di Grana Padano nella sua azienda a Romano di Lombardia (Bergamo). L'uomo, 75 anni, è stato trovato morto questa mattina. Inutili i soccorsi che sono andati avanti tutta la notte. Le speranze di trovarlo vivo erano fin dall'inizio considerate pressoché nulle per il quantitativo e il peso dei formaggi. Restano da capire le cause del cedimento degli scaffali: forse un guasto al sistema che movimenta le stesse forme e che il titolare del caseificio stava utilizzando. La caduta di un primo scaffale, alto fino al soffitto, ha causato un micidiale effetto domino e l'uomo è stato travolto senza avere scampo.

 

 

Giacomo Chiapparini, chi era

Giacomo Chiapparini era il titolare del caseificio "Azienda Agricola Chiapparini Giacomo". La conduzione è sempre familiare: oltre a Giacomo sono presenti la figlia, Mary Chiapparini, che segue la parte amministrativa, finanziaria e le vendite, il fratello di Mary, Tiziano, che è il fulcro dell’azienda, i suoi due figli, Michael e Gabriel, che con il papà si occupano dell’allevamento, del caseificio e della conduzione dei terreni, e la moglie Clara. «Abbiamo una marcia in più sulla qualità del nostro prodotto proprio perché producendo la materia prima ne abbiamo il controllo completo fino alla trasformazione che viene eseguita nel rispetto rigoroso di tutti i dettami del disciplinare di produzione. Ad esempio il nostro latte non viaggia mai su camion perché esce dalla stalla e finisce subito in lavorazione nel caseificio.Una materia prima letteralmente a km 0», diceva Chiapparini parlando del suo caseificio. 

 

L'azienda

L’azienda è composta da sette capannoni di cui quattro impiegati come stalle per le vacche in lattazione e collegati a un quinto capannone adibito a sala di attesa nel quale vengono accompagnate per essere munte. Notevole, in questo allevamento, l’impianto di mungitura a giostra che vanta ben 82 poste, uno dei più imponenti mai costruiti in Italia e con dimensioni simili a quelli delle enormi aziende da latte del Nord-Europa. L’impianto è stato realizzato con il contributo di tre Paesi diversi: la struttura è stata progettata in Australia, ma poi costruita in Italia perché Giacomo ha voluto l’impiego di materiali esclusivamente in acciaio inox e viene gestito attraverso un software sviluppato in Israele, ma poi rimodulato da un’azienda italiana. I vantaggi della giostra? Il monitoraggio della qualità del latte, del benessere degli animali e degli operatori che ci lavorano. Nel giro di poche ore vengono munte centinaia di vacche: si inizia alle 6 di mattina e prima delle 10 tutte le 900 vacche in lattazione vengono munte. Ciascun capo porta il pedometro che rileva tutti i dati di produzione, i tempi di fecondazione e ogni anomalia che possa evidenziare possibili problemi sanitari dell’animale. I capi sono controllati, quindi, non solo per quanto riguarda i parametri di produzione, ma anche per le condizioni di salute. Vengono effettuate due munte al giorno, come prevede il disciplinare di produzione del Grana Padano, nel rispetto del benessere dell’animale.


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