Incidente sul cavalcavia di Mestre, morta dopo 6 mesi di agonia una turista spagnola 52enne. Resta ricoverata una bambina di 4 anni

La donna è deceduta a causa delle gravi ustioni riportate sul corpo. I genitori della bambina vogliono tornare sul luogo dell'incidente

Incidente sul cavalcavia di Mestre, morta dopo 6 mesi di agonia una turista spagnola 52enne. Resta ricoverata una bambina di 4 anni

di Redazione Web

Sale il bilancio delle vittime del cavalcavia di Mestre, che ha visto un autobus precipitare nel vuoto lo scorso 3 ottobre. L'incidente ha provocato 14 feriti e 22 vittime, tra le quali l'ultima è venuta a mancare oggi, 4 aprile, dopo sei mesi di agonia. L'ultima vittima è la turista spagnola Rosalia Rodriguez Mendez, 52 anni: non ce l'ha fatta a causa delle ferite profonde e delle ustioni riportate su tutto il corpo. La donna era ricoverata da 6 mesi nel nosocomio di Padova, ma le sue condizioni non le hanno lasciato scampo. A dare la notizia è stato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che è stato informato dai sanitari dell'ospedale. Zaia ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia della donna: «In particolare, do le mie condoglianze al fratello della signora, anche lui ricoverato tra i feriti del terribile incidente, ma dimesso il 26 ottobre scorso».

Tra i 14 feriti, rimane ricoverata soltanto una bambina di 4 anni, che ha subito degli interventi chirurgici il cui decorso, secondo i medici, è regolare.

I genitori della piccola Charlotte: «Lei veglia su di noi»

«Da quel giorno la nostra vita è cambiata per sempre», hanno dichiarato Maike Annabel Frommherz e Nico Volkmann. Si riferiscono al 3 ottobre 2023, una data che ha cambiato le sorti di tantissime famiglie. Quel giorno un autobus stava trasportando decine di turisti in un campeggio nella periferia di Venezia, partendo dal centro storico, fino a quando non ha sfondato il guardrail di un cavalcavia a Mestre precipitando nel vuoto. L'incidente ha provocato 22 morti e 14 feriti. Una tragedia, di cui l'ultima vittima venuta a mancare proprio oggi, giovedì 4 aprile, dopo sei mesi di ricovero in ospedale.

Tra i passeggeri dell'autobus c'erano anche i genitori di Charlotte, la bambina di un anno e mezzo che non è sopravvissuta all'impatto. Nico Volkmann, il papà della piccola, non aveva riportato delle gravi ferite, a differenza della mamma della piccola Maike Annabel Frommherz, che invece era andata in coma. Le sue condizioni erano apparse subito disperate e i medici dell'ospedale di di Mestre l’avevano sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico. Verso la fine di ottobre, però, la donna si è risvegliata e adesso si sta man mano riprendendo, anche se si trova su una sedia a rotelle.

«All’inizio non ricordavo nulla.

Solo con il trasferimento in una seconda clinica riabilitativa, a Tubinga, un po’ per volta Nico ha iniziato a spiegarmi cos’era accaduto - ha dichiarato al Corriere della Sera la donna -. I medici mi hanno detto che non potrò più camminare, è difficile immaginarmi tutta la vita su una sedia a rotelle. Come è impossibile accettare il pensiero di non rivedere Charlotte. Nico è convinto di essere stato salvato da un angelo. Ecco, io quel giorno ero morta e mi hanno rianimata, e francamente ancora non so dire se invece non sarebbe stato meglio andarmene con la mia bambina. Però forse è stata proprio lei, in quei pochi minuti, a decidere che la sua mamma doveva restare accanto al papà. E allora, se è Charlotte il nostro angelo, io non posso far altro che trovare la forza di andare avanti e combattere».

Dopo sei mesi dalla morte della loro bambina, nelle menti della mamma e del papà ricomincia ad affiorare qualche ricordo, anche se un po' offuscato. Nico ha spiegato: «Un po’ alla volta i ricordi riaffiorano: siamo saliti tutti sul bus, ci siamo seduti e poi il pullman ha cominciato a sbattere contro il guardrail. Subito dopo lo schianto ricordo che avevo molto sangue addosso e che vicino a me c’era una persona, non so dire se fosse viva. E ricordo che gridavo: Maike! Charlotte!»

«Io e Nico siamo rimasti molto amareggiati da alcune ipotesi che sono state azzardate subito dopo l’incidente - ha dichiarato la donna -, e che riguardavano il povero conducente del bus, anche lui tra le vittime: qualcuno ha ipotizzato che stesse usando il telefonino o che si fosse distratto. Quel che posso dire è che in quei giorni a Venezia tutti gli autisti sono stati sempre molto premurosi e attenti, e non ho mai visto nessuno di loro utilizzare il cellulare. E allora, visto che l’autopsia ha escluso anche l’ipotesi del malore - ha continuato-, forse l'ipotesi del cellulare è l'unica opzione».

«Vogliamo tornare sul luogo dell'incidente»

Non appena Maike si riprenderà, la coppia tornerà a Venezia, con lo scopo di parlare con il sindaco della città. «Appena starò un po’ meglio tornerò a Venezia per vedere con i miei occhi il luogo dell’incidente, ma anche per parlare con il sindaco Luigi Brugnaro e con le autorità italiane. Troppo spesso in Europa si vivono queste situazioni di pericolo. Occorre fare di tutto per garantire la sicurezza delle strade e dei luoghi pubblici. Voglio sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sul tema della sicurezza stradale - ha concluso Maike - Lo devo a Charlotte ma anche alle mamme di tutte le vittime della strage di Mestre». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Aprile 2024, 13:09
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