Angelika Hutter aggredisce le compagne di cella e le agenti in carcere: «Profondo stato depressivo». Scatta il Tso

detenzione allungata per la Hutter che il 16 luglio scorso ha ucciso il veneziano Marco Antonello, il figlio Mattia di 2 anni e la nonna di lui Maria Grazia Zuin

Angelika Hutter aggredisce le compagne di cella e le agenti in carcere: «Profondo stato depressivo». Scatta il Tso

di Alessia Di Fiore

Il 6 luglio scorso, alla guida della sua auto, uccise il piccolo Mattia Antonello (2 anni), il padre Marco di 48 e la nonna materna Maria Grazia Zuin, di 64 anni: una strage che sconvolse Santo Stefano di Cadore. Ora Angelika Hutter è reclusa nel carcere femminile della Giudecca, ma secondo quanto afferma il Corriere del Veneto la sua situazione mentale non sarebbe delle migliori.

Nei giorni scorsi la Hutter avrebbe infatti aggredito alcune compagne di cella e anche il personale di polizia penitenziaria. Una aggressione che avrebbe portato addirittura alla decisione (del personale medico) di ricorrere al trattamento sanitario obbligatorio per Angelika, che è accusata di omicidio volontario plurimo e che starebbe vivendo un profondo stato depressivo.

Ieri scadevano i termini di custodia cautelare in carcere, quei sei mesi di detenzione preventiva che sono tuttavia stati prorogati: nel frattempo il gip di Belluno ha infatti disposto una perizia psichiatrica come incidente probatorio.

Le conclusioni della perizia verranno depositate il 12 marzo: prima di quella data la Hutter non potrà dunque essere scarcerata.

«Dalla consulenza disposta a suo tempo dal pubblico ministero Simone Marcon», spiega l’avvocato della famiglia straziata, Riccardo Vizzi, «era emerso che l’indagata era capace di intendere e volere. Hutter era stata sottoposta ad accertamenti psichiatrici che avevano dato un esito chiarissimo. Spetterà alla procura adesso valutare il da farsi. La situazione non ci preoccupa, ma vogliamo sottolineare come Hutter sia un soggetto pericoloso per la comunità. Deve rimanere in carcere, essere processata e condannata. Lo stato depressivo che vive ci può stare, perché ha distrutto un’intera famiglia». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Gennaio 2024, 20:00
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