Gabriel Garko: «Vorrei adottare un bambino. Il mio nome d'arte? Ecco come l'ho scelto»

In una intervista al Corriere della Sera, l'attore ha parlato della sua carriera e della scelta di cambiare il suo nome d'arte, proprio per proteggere la sua famiglia d’origine

Gabriel Garko: «Vorrei adottare un bambino. Il mio nome d'arte? Ecco come l'ho scelto»

Gabriel Garko rivela: «Non vorrei mettere al mondo una nuova vita, semmai sarebbe bello adottare un bambino, per dagli la possibilità di una vita migliore». In una intervista al Corriere della Sera, l'attore parla del suo grande desiderio di paternità. «Non capisco per quale motivo i single non possano assumere questo ruolo, oppure una famiglia arcobaleno. L’importante è che siano delle brave persone e che possano assicurare la giusta, dovuta dignità a un orfano. Però aggiungo che, pur avendo pensato spesso a compiere questo passo, oggigiorno forse non mi sento più motivato a diventare padre: non mi piace la società in cui viviamo e detesto l’accanimento morboso che impazza sui social». 

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Le scelte

Nell'intervista, l'attore parla anche del nome che ha scelto per sè. «Garko nasce da Garchio, un cognome che ha a che fare con mia nonna materna» dice sul nome d'arte, voluto proprio per proteggere la sua famiglia d’origine. «Quando ho iniziato questo mestiere non volevo metterla in mezzo, non fu una mancanza di rispetto» ha rivelato. L’attore, all’anagrafe Dario Oliviero, ha scelto un cognome omonimo ad un collega, Gianni Garko. «Che infatti mi fece causa: secondo lui non potevo usare il suo stesso cognome, che anche nel suo caso era un nome d’arte. Finimmo in tribunale, ma l’ho avuta vinta io».

La carriera 

Dal punto di vista professionale, la decisione di intraprendere la strada del cinema non fu lo portò subito al successo: «Ho iniziato a 17 anni nella mini-serie ‘Vita coi figli’.

Avevo una particina, interpretavo il fidanzatino della figlia di Giannini ed ero terrorizzato. Ma Risi era un uomo molto paziente e mi ha in segnato come studiare bene la parte. Però, quando poi mi sono rivisto nel film, mi son detto: che cane che ero!».

Il legame 

Gabriel Garko è stato sempre legato alla sua famiglia: «Ne ho avuta da Mulino Bianco, allegra, piena di energia, armonia, senza pregiudizi, con tanto amore e tanta libertà di pensiero. Inoltre con tre sorelle adorabili» si legge nell'intervista. e anche sulla sfera privata, i suoi genitori non lo hanno mai fatto sentire in difetto. Il riferimento al coming out è emblematico. «Hanno sempre saputo la mia verità, erano molto evoluti, non erano bigotti, non mi hanno trasmesso dei tabù e sono sempre stati miei complici. Quindi credo che, se in una famiglia normale padre e madre dicessero ai figli che esistono l’uomo etero, quello gay, la donna lesbica, il trans, eccetera, tra vent’anni non ci sarebbero più problemi nel dichiararsi serenamente in un modo o nell’altro».


Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Marzo 2023, 20:33
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