Si uccide a 14 perché non vuole essere una ragazza, la mamma: «Mio figlio aveva paura del giudizio dei compagni di scuola»

La donna racconta in modo straziante le paure del figlio e il suo rifiuto dello sviluppo, che lo ha portato all'anoressia e alla depressione

Si uccide a 14 perché non vuole essere una ragazza, la mamma: «Mio figlio aveva paura del giudizio dei compagni di scuola»

di Niccolò Dainelli

Suo figlio trans si è ucciso a 14 anni e la mamma ha deciso di raccontare la triste storia che ha portato al suicidio del giovanissimo. Uno sfogo che ha fatto il giro del mondo e che sta accendendo i riflettori su un tema ancora molto delicato come quello dell'accettazione del proprio corpo in relazione a una società ancora troppo chiusa...

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Si uccide a 14 anni: «Non voleva essere una ragazza»

La triste storia, come riporta il Daily Mail, è quella di Noah che, in realtà all'anagrafe era Lily. Il giovane trans non si è mai riconosciuto come una ragazza e, la scorsa estate, si è fatto coraggio e ha annunciato ai genitori, con una lettera, di non voler più essere una ragazza.

Poi, dopo soli sei mesi, da quella che per Noah è stata una vera e propria liberazione, il tristissimo episodio.

A gennaio ha deciso di togliersi la vita e, adesso, mamma Lauren ha deciso di raccontare la devastante perdita del figlio. Il motivo del gesto estremo? Aveva paura di tornare a scuola, dopo le vacanze, e del giudizio dei suoi compagni di classe e degli amici. 

«Noah ha iniziato a non mangiare più per ritardare il suo sviluppo, non accettava l'arrivo della pubertà. Noah è stato ricoverato in ospedale perché non mangiava più e per ricevere un supporto psicologico legato alle questioni di genere», rivela mamma Lauren. 

«Ho telefonato a decine di dottori, ho cercato aiuto ovunque per il mio Noah, ma nessuno ci ha aiutati. È stato ricoverato di nuovo per anoressia, tutti erano concentrati sul curare i suoi disturbi alimentari, ma mai nessuno ha capito realmente il perché di quei disturbi e ha cercato di risolvere il vero problema», prosegue la donna in lacrime.

«Ogni volta che si avvicinava il rientro a scuola dopo le vacanze, le sue preoccupazioni e l'ansia erano alle stelle. Sentiva che sarebbe stato giudicato dagli altri e la situazione degenerava all'improvviso. Poi è arrivato il momento in cui Noah non ce l'ha più fatta e ha deciso di fare quel gesto... non mi perdonerò mai il fatto di non essere riuscita ad aiutarlo».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Luglio 2023, 16:02
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