Luisa Ciuni: «Carlo III fra tradizione e novità, Camilla riscatta le seconde mogli. L'invito a Harry? Scelta conciliante»

Il nuovo sovrano "è consapevole di arrivare al trono già anziano e sa bene che in panchina c'è un quarantenne, il figlio William, con più forze".

Luisa Ciuni: «Carlo III fra tradizione e novità, Camilla riscatta le seconde mogli. L'invito a Harry? Scelta conciliante»

di Totò Rizzo

C’è qualcosa di antico ma anche di nuovo nella cerimonia che domani, sabato 6 maggio, incoronerà Carlo III re d’Inghilterra. «Di storico c’è il rito millenario che si replica nell’abbazia di Westminster dal 1066, connaturato alla storia del Paese, dall’altro ci sono delle innovazioni che possono sembrare secondarie, perfino futili, ma non lo sono affatto», assicura Luisa Ciuni, giornalista e scrittrice, esperta di case reali.

Quali sono queste aperture alla contemporaneità?

«Il dress code, ad esempio. Se vediamo le immagini dell’incoronazione di Giorgio VI, il papà della regina Elisabetta, ci sentiamo catapultati in un quadro del Settecento. E invece era il 1937. Gli uomini non porteranno più i pantaloni stretti sotto il ginocchio, le calze di seta e le scarpe in tessuto con le fibbie e le borchie ma potranno tranquillamente indossare un abito scuro – certo, il tight sarebbe più gradito – così come le signore sono libere di scegliere un sobrio tailleur. E poi la stessa lista degli invitati, più aperta alla cosiddetta società civile: oltre ai dignitari di corte e alle famiglie dell’aristocrazia, i responsabili delle Ong, di opere di beneficenza, di associazioni di volontariato».

L’apertura alle preghiere delle diverse professioni religiose recitate nelle lingue originali è un forte segnale di inclusione.

«Più che di inclusione parlerei di pari dignità di tutti i culti. Carlo, sovrano ma anche capo della Chiesa anglicana, si fa protettore di tutte le fedi. È una scelta che ha già dato la stura a grandi discussioni ma il nuovo re vuole essere il re di tutti gli inglesi. Come dire: sono lontani i tempi del conflitto nordirlandese e delle bombe dell’Ira».

Il “Charles touch” si vede anche dal menu, piuttosto green.

«Anche qui novità e tradizione. La prima è rappresentata dalla Coronation Quiche, verdure fresche in crosta, ottimo piatto fra l’altro per il classico pic-nic che gli inglesi si concedono il giorno dopo l’incoronazione. Per rispettare la tradizione invece la Lamprey Pie, la torta di lampreda che è in verità un pesce orribile ma che la famiglia reale consuma comunemente».

È un falso problema il mugugno degli inglesi sul costo dell’evento quantificato in 250 milioni di sterline, circa 300 milioni di euro?

«Se c’è chi mugugna, è minoranza: gli inglesi sanno benissimo che questa giornata avrà un ritorno di immagine incredibile, sarà uno spot importante per il Paese, li ripagherà il triplo dei soldi pubblici che costerà. E poi è una cerimonia che non si vede da oltre 70 anni e sarà comunque molto snellita, la diretta dall’abbazia durerà due ore altrimenti gli spettatori sintonizzati da tutto il mondo cambierebbero canale e anche il corteo con le carrozze, la parata, il momento del balcone: tutto più veloce di un tempo, quando queste erano maratone che duravano fino a 12 ore».

Andiamo alla “spina nel fianco” di nome Harry: per il figlio del re, toccata e fuga a Londra di 24 ore, senza la moglie Meghan Markle, seconda fila in chiesa, niente concerto, corteo, balcone.

«Carlo è stato bravo, ha scelto una strada conciliante: l’assenza di Harry sarebbe stata dura da digerire, per tutti. È sempre un figlio che assiste all’incoronazione di suo padre, in fondo. Meghan non si è mai sentita parte della famiglia reale.

E così, Harry ha fatto la sua scelta, è diventato Mister Markle. Si è rovinato, in Inghilterra non lo calcola più nessuno, ha scritto il libro soap-opera con la storia del principe povero e reietto, relegato nella cameretta (a Buckingham!), che ha preferito l’amore agli sfarzi regali e adesso si paga i divani dell’Ikea, tenendo presente che sua madre Diana gli ha lasciato 14 milioni di sterline e hai voglia di divani che ti ci compri, all’Ikea».

Altro tema che divide: Camilla, regina d’Inghilterra.

«Camilla ha l’unico torto d’essere arrivata in età matura nella famiglia reale. Per il resto è la moglie del re e dunque le tocca essere la regina. Forse Carlo avrebbe potuto scegliere in maniera più moderna, più contemporanea: farne una regina consorte. Ma attenzione: anche questo è un segnale importante. Camilla sposa Carlo, divorziato e con due figli, da divorziata e con due figli anche lei. È dunque una seconda moglie: e le seconde mogli sono forse mogli di serie B, forse hanno meno diritti delle altre? No, c’è poco da discutere: con Camilla che sale al trono, milioni di seconde mogli inglesi hanno la conferma d’essere uguali alle altre. D’altronde, la famiglia vittoriana non esiste più da decenni».

Carlo propugna una monarchia più snella, vuole tagliare molti titoli, sfoltire l’organigramma reale a cominciare dagli affetti stabili. E questo crea malumori. Già nella principessa Anna, sua sorella.

«Il re non ha torto. I Kent e i Gloucester, cugini di Elisabetta II, che hanno cariche ufficiali e sono tutti sul libro paga della monarchia, sono un esercito. Però, obietta Anna, i cosiddetti “working” rischiano, secondo i piani del nuovo re, uno sfoltimento drastico: in fondo, a Buckingham sono rimasti – fatti fuori il principe Andrea per gli scandali e Harry il ribelle – i tre fratelli Carlo, Anna ed Edoardo e poi William, primogenito di Carlo, con la moglie Kate. E gli affari istituzionali della monarchia hanno un carico troppo pesante».

Tolti dalla testa i circa tre chili della corona che gli verrà imposta domani e per la prima seduta del Parlamento, che sovrano sarà nel quotidiano Carlo III?

«Credo che sia consapevole che il suo sarà un regno di transizione. Arriva al trono anziano, a 74 anni, ha un tempo relativo e in panchina c’è un quarantenne, William, che ha sicuramente più forze. Carlo sarà comunque un sovrano moderno, attento ai problemi del Paese e a quelli globali, come la crisi ambientale che gli sta a cuore. Finora ha seguito pedissequamente i tratti di Elisabetta, ad eccezione di qualche scatto irruento. Ecco, se sarà capace di non rovesciare i tavoli perché una penna non scrive, penso che il suo sarà un regno più che dignitoso».


Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Maggio 2023, 12:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA