«Dalle lettere d'amore dei miei nonni ho capito cosa volesse dire costruire una relazione. Alcune cose non sono cambiate»

La prima riflessione di Courtenay è il fatto che i suoi nonni sarebbero strabiliati dalla possibilità dei giovani d'oggi di sapere costantemente dove si trova l'altra persona

«Dalle lettere d'amore dei miei nonni ho capito cosa volesse dire costruire una relazione. Alcune cose non sono cambiate»

di Redazione Web

L'amore è un sentimento eterno che nel corso della storia ha plasmato infinite vite, donato gioie e dolori, scatenato guerre e portato pace. Sempre uguale e sempre diverso, l'amore è universale ma anche individuale, un insieme di opposti che non smette mai di stupire. La sua ricchezza è tale da non passare mai di moda e da riuscire a riempire libri, film, quadri, sculture e opere d'arte, anno dopo anno e secolo dopo secolo. 

Eppure, nelle diverse epoche, le sue espressioni cambiano e si adattano, mantenendo antichi sapori e trovandone di nuovi. Courtenay Rudzinski ha scoperto, grazie alle lettere scambiate dai suoi nonni negli anni '20 del Novecento, cosa volesse dire innamorarsi nel passato, i diversi modi in cui si esprimevano quei forti sentimenti e gli elementi che, anche dopo tanto tempo, rimangono ancora attuali. 

Una storia d'amore lunga un secolo

«Quando mia nonna di 89 anni si è trasferita, mi sono occupata dei suoi effetti personali - scrive Courtenay su BusinessInsider -. Non sapevo da dove cominciare. La sua casa era piccola e ordinata, ma non era una fan del minimalismo come me. Ha tenuto tutto. Così ho iniziato dalla camera da letto e conservate al sicuro in un cassetto, legate da uno spago, c'erano le lettere d'amore che mio nonno le aveva scritto all'inizio della loro relazione.

Questo fragile tesoro degli anni '20 era come una capsula del tempo per capire cosa volesse dire innamorarsi 100 anni fa».

La prima riflessione di Courtenay è il fatto che i suoi nonni sarebbero strabiliati dalla possibilità dei giovani d'oggi di sapere costantemente dove si trova l'altra persona. D'altra parte, non c'è più quel momento magico, quasi mistico, in cui si apre la lettera del proprio amato e si legge la sua scrittura: «Si scrivevano ogni giorno, sbrigandosi ad andare all'ufficio postale per riuscire a spedire la mattina dopo. Mio nonno scrive che una volta è andato "cinque volte alle poste per quella singola lettera", un po' l'equivalente di controllare lo smartphone ogni cinque minuti per vedere se è arrivato un messaggio».

Vedersi era molto più difficile se non si viveva nello stesso luogo e si doveva ricorrere a lunghi viaggi in autobus: «Una domenica mio nonno perse la corsa per tornare a casa e dovette passare la notte in una fredda stalla coi cavalli. Il giorno dopo è arrivato in ritardo al lavoro, ma il suo capo fece finta di niente perché aveva capito che "quest'uomo è innamorato"».

Un elemento che non è cambiato, spiega Courtenay, è lo scambio di foto: «Lui le chiedeva sempre delle foto ("col vestito nero che mi hai fatto vedere" o "col nuovo costume da bagno") e alla fine le ha comprato una Kodak in modo che potesse farsi più spesso delle foto». 

«La vita sarà anche più facile oggi - conclude -, ma era più semplice, a quel tempo. Ho salvato le note che mio marito mi scriveva quando ci stavamo frequentando, ma i miei figli e i loro amici non comunicano più così. Le lettere d'amore, scritte in corsivo e sigillate da un bacio, sono una vera e propria reliquia del passato».


Ultimo aggiornamento: Domenica 14 Aprile 2024, 15:06
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