LA GIORNATA

Guerra Israele, Netanyahu: «Ci stiamo preparando per l'invasione». Biden: «Se l'Iran continua ad attaccarci reagiremo»

Gli aggiornamenti sul conflitto nel Medio Oriente

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Biden: "Se l'Iran continua da attaccarci reagiremo"

Joe Biden ha avvertito l'Iran che se continuerà ad attaccare truppe americane in Medio Oriente gli Stati Uniti «reagiranno». «Questo è il mio avvertimento all'ayatollah», ha detto il presidente americano in una conferenza stampa con il premier australiano.

Biden, Israele deve difendersi. Rispetti diritto di guerra

«La rabbia di Israele dopo gli atroci attentati è comprensibile, Israele ha il diritto e il dovere di difendersi e noi faremo in modo che abbia gli strumenti necessari. È anche vero che Hamas non rappresenta il popolo palestinese». Lo ha detto Joe Biden in una conferenza stampa alla Casa Bianca con il premier australiano ribadendo l'invito ad Israele ad agire «in conformità con le leggi di guerra».

Netanyahu: anch'io dovrò dare spiegazioni su attacco Hamas

«Il 7 ottobre è stato un giorno nero. Chiariremo tutto quello che è successo. Tutti dovranno dare spiegazioni per quell'attacco, a cominciare da me». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in quella che è sembrata una prima ammissione di responsabilità. «Ma - ha continuato - solo dopo la guerra. Il mio compito ora è quello di guidare il Paese in guerra fino alla vittoria».

Netanyahu: Gabinetto di guerra deciderà la data

«Ci prepariamo all'ingresso a Gaza, non dirò come e quando. Ci sono considerazioni che non sono note al grande pubblico. La data dell'ingresso nella Striscia sarà decisa dal Gabinetto di guerra». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in una dichiarazione alla stampa. «Gli obiettivi - ha proseguito - sono due: eliminare Hamas e liberare gli ostaggi. Tutti quelli che hanno partecipato all'attacco del 7 ottobre sono passabili di morte».

Netanyahu: ci stiamo preparando per l'invasione

Israele si sta preparando per l'invasione di terra a Gaza ma non è possibile dare altri dettagli al momento. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu parlando alla nazione.

Wsj: Israele ritarda l'invasione in attesa dei missili Usa

Israele ha accettato, almeno per ora, la richiesta americana di ritardare l'invasione di Gaza così da consentire agli Stati Uniti di spostare missili nell'area. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti.

Israele accetta la richiesta americana di ritardare l'invasione di Gaza

Tel Aviv ha acconsentito alla richiesta Usa di ritardare l’invasione di Gaza. Lo riporta il Wall Street Journal. La mossa consente agli Stati Uniti di spostare missili nell'area. Il Pentagono sta accelerando per il dispiegamento di una decina di sistemi di difesa aerea, riporta il Wall Street Journal, per proteggere le truppe americane nella regione da missili e razzi. I funzionari americani hanno convinto Israele ad attendere fino a quando tutto sarà pronto, forse già alla fine della settimana.

La portaerei Gerald R. Ford seguita dalla nave spia russa Kildin nel Mediterraneo: tensione in mare davanti Israele

Al Sisi a Macron: evitare l'invasione di terra a Gaza

Il presidente egiziano Al Sisi ha lanciato un appello davanti al presidente francese Emmanuel Macron ad «evitare un'invasione di Gaza via terra». Lo ha detto lo stesso Sisi al termine dell'incontro fra i due, in una conferenza stampa congiunta, ringraziando più volte il presidente francese «per i suoi sforzi di questi giorni» per riportare la calma nella regione. «Un'invasione via terra a Gaza - ha detto al Sisi rivolto a Macron - potrebbe provocare un gran numero di vittime fra i civili». «Noi - ha aggiunto il presidente egiziano - condanniamo tutti gli atti che colpiscono i civili, tutti i civili». 

Tv Israele parlano di sviluppi positivi su ostaggi

Una fonte straniera anonima coinvolta nei negoziati, citata dalla tv israeliana Kan, ha riferito che «in questa fase ci sono sviluppi positivi riguardo gli ostaggi» di Hamas a Gaza. Anche un'altra tv, Canale 12, parla di segnali positivi sui prigionieri. 

Macron, nave militare francese in appoggio aiuti Gaza

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato l'invio di «una nave della marina nazionale francese per appoggiare gli ospedali di Gaza». Al termine di un incontro al Cairo con il presidente egiziano Al Sisi, Macron - durante la conferenza stampa congiunta - ha annunciato l'invio della nave che salperà da Tolone «nelle prossime 48 ore». Quanto agli aiuti umanitari - ha aggiunto Macron - «un aereo francese si poserà da domani» in Egitto e «altri seguiranno». 

Macron ad Al Sisi: la Francia non usa due pesi e due misure

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto al termine dell'incontro con l'omologo egiziano Al Sisi, in una conferenza stampa congiunta, che la Francia «non usa due pesi e due misure» con le vittime di una parte e dell'altra nel conflitto fra Israele e palestinesi. «Le vittime - ha detto Macron - sono tutte uguali e meritano tutte la stessa compassione».

Egitto, trasferimento palestinesi fuori Gaza non è soluzione

«Il trasferimento dei palestinesi fuori dalla Striscia di Gaza non è una soluzione e non potrà accadere». Ad affermarlo è il presidente dell'Egitto, Abdel Fattah al-Sisi nel corso della conferenza stampa al termine della visita del presidente francese, Emmanuel Macron al Cairo.

Razzo da Gaza contro Eilat, Hamas rivendica

Le forze israeliane (Idf) hanno confermato il lancio di un razzo a lungo raggio dalla Striscia di Gaza contro la zona di Eilat. Secondo le Idf, come riporta il Times of Israel, il razzo è caduto in un'area aperta, senza che si registrino feriti né danni. Hamas, ha riferito il Jerusalem Post, ha rivendicato il lancio di un razzo contro Eilat, a 220 chilometri dalla Striscia controllata dal gruppo.

Guterres, falso che abbia giustificato il terrore

«Sono scioccato da come le mie affermazioni di ieri sono state interpretate da alcuni, come se io stessi giustificando il terrore di Hamas. Questo è falso. Era l'opposto». Lo ha detto il segretario generale dell' Onu Antonio Guterres. 

Media, attacco aereo israeliano su aeroporto Aleppo

Le forze israeliane avrebbero attaccato l'aeroporto di Aleppo, in Siria. Lo riferisce 'Al Arabiyà che cita l'Osservatorio siriano per i diritti umani.  Il ministero della Difesa siriano ha indicato in un messaggio sul suo account Facebook che l'attacco è stato effettuato intorno alle 13:25 (ora locale) da un punto sopra il Mar Mediterraneo. «Ci sono danni materiali alla pista che hanno messo fuori servizio l'aeroporto», ha sottolineato il ministero poche ore dopo annunciato la morte di otto soldati in un attacco israeliano contro la provincia di Deraa, situata nel sud del paese. L'esercito israeliano aveva confermato ore prima un attacco contro le infrastrutture dell'esercito siriano, alcune ore dopo che persone legate all'Hezbollah avevano lanciato missili verso le alture di Golan. Negli ultimi giorni le autorità siriane hanno denunciato diversi attacchi da parte di Israele contro gli aeroporti della capitale, Damasco, e Aleppo.

 

Qatar: speriamo presto svolta nel rilascio degli ostaggi

Il premier del Qatar e ministro degli Esteri del Paese del Golfo Muhammad ben Abderrahman Al Thani, ha affermato oggi di sperare che «presto» si possa ottenere una svolta nel rilascio degli ostaggi e che l'unico modo per raggiungere una soluzione pacifica a Gaza è mantenere aperti i canali di comunicazione.

Le dichiarazioni sono state rilasciate durante una conferenza stampa con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan a Doha. Lo sceicco Al Thani ha aggiunto che il Qatar continuerà a coordinarsi con la Turchia e i partner regionali e ha anche affermato: «Condanniamo la politica di punizione collettiva» nei confronti di Gaza.

Israele si congratula con il Qatar per l'impegno umanitario

«Mi compiaccio di dire che il Qatar sta diventando un elemento essenziale ed una parte in causa nella agevolazione di soluzioni umanitarie»: lo ha scritto oggi su 'X' il Consigliere israeliano per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi. «Gli sforzi diplomatici del Qatar sono di importanza cruciale in questi tempi». Secondo la televisione pubblica israeliana Kan queste parole sono giunte dopo che dirigenti del Qatar hanno accennato oggi a possibili sviluppi nella liberazione di ostaggi israeliani trattenuti a Gaza.

 

Palestinese ricercato in Belgio per minaccia attentato

Un palestinese di 23 anni è ricercato in tutto il Belgio dopo aver dichiarato a un ufficio dell'Agenzia federale per l'accoglienza dei richiedenti asilo (Fedasil) la propria intenzione di «morire martire facendosi esplodere». Lo riportano i media nazionali. La notizia è stata confermata dalla procura federale. L'uomo aveva presentato domanda di asilo in Belgio il 26 settembre e, stando alle ricostruzioni della stampa, ieri si è recato negli uffici Fedasil avrebbe dichiarato la sua intenzione di morire come martire, menzionando di essere venuto a conoscenza del fatto che «tutta la sua famiglia era morta a Gaza».

Esercito Usa intensifica la sorveglianza del Medio Oriente

L'esercito americano sta adottando nuove misure per proteggere le proprie truppe in Medio Oriente mentre crescono le preoccupazioni per gli attacchi da parte di gruppi sostenuti dall'Iran, e sta lasciando aperta la possibilità di evacuare le famiglie dei militari, se necessario. dillo a Reuters.

Le misure includono l’aumento delle pattuglie militari statunitensi, la limitazione dell’accesso alle strutture della base e la raccolta di informazioni sulle escursioni, anche attraverso droni e altre operazioni di sorveglianza, dicono i funzionari, parlando a condizione di anonimato.

Meloni, difendiamo confini Ue per evitare deriva di Schengen

È «evidente il rischio» che Schengen «possa andare in frantumi», come evidenziato da alcuni esponenti europei, ed «è una preoccupazione che condividiamo, ma a maggior ragione l'unico modo per evitare questa deriva è difendere i confini esterni dell'Ue». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.

 

 

Meloni: ferocia ci spaventa, già vista con persecuzione ebrei

«La ferocia che abbiamo visto, il tentativo di disumanizzare nemico fanatismo religioso ideologico» che prova a «obnubilare ragione e annichilire il senso di umanità: ci spaventa motlo come italiani e europei, sono immagini viste più volte nella nostra storia, che ha visto la sua forma più atroce nella persecuzione del popolo ebraico». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio Ue.

Meloni: preoccupa la sorte degli ostaggi

«Voglio esprimere anche in questa aula la vicinanza umana alle famiglie delle vittime del terrificante attacco di Hamas del 7 ottobre. La mia grande preoccupazione è per la sorte degli ostaggi e il mio sgombento è per la brutalità di Hamas». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.

A Beirut vertice tra Hamas, Hezbollah e Jihad islamica

Si è tenuto a Beirut, in Libano, un vertice tra alti rappresentanti di Hezbollah, Hamas e Jihad islamica. Lo riferisce la tv al Manar dello stesso partito armato libanese filo-iraniano. L'emittente televisiva mostra le immagini dell'incontro tra il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, il vice capo di Hamas Saleh Aruri, e il capo della Jihad islamica Ziad Nakhale. Secondo al Manar, i tre leader arabi filo-iraniani hanno «passato in rassegna i recenti eventi nella Striscia di Gaza dall'inizio dell'operazione 'Diluvio di al-Aqsà e gli sviluppi che ne sono seguiti a tutti i livelli, nonché gli scontri in corso al confine libanese con la Palestina occupata», in riferimento a Israele. Il comunicato prosegue: «È stata fatta una valutazione delle posizioni assunte a livello internazionale e regionale e di ciò che i partiti dell'Asse della resistenza (guidato dall'Iran) devono fare in questa fase delicata per raggiungere una vera vittoria per la resistenza a Gaza e in Palestina e per fermare la brutale e sleale aggressione contro i nostri fratelli oppressi». «Si è deciso - conclude il comunicato - di continuare il coordinamento e il monitoraggio permanente degli sviluppi, su base quotidiana e permanente».

 

Raid su vasta scala contro infrastrutture Hamas a Gaza

L'esercito israeliano nella scorsa notte ha effettuato attacchi su larga scala, basati su informazione dell'intelligence, contro infrastrutture di Hamas a Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui sono stati centrati «tunnel del terrore, quartier generali militari, magazzini di armi, lanciatori di colpi di mortai e lanciatori di missili anticarro».

Inoltre, sempre durante la notte, l'esercito ha colpito apparati operativi di emergenza di Hamas comprese «sale di guerra, infrastrutture e quartier generali militari». «L'apparato operativo di emergenza di Hamas - ha spiegato il portavoce - è stato responsabile della creazione di blocchi che hanno impedito agli abitanti di Gaza di evacuare verso aree più sicure nel sud della Striscia di Gaza». Colpiti anche le strutture della sicurezza di Hamas, responsabili per la supervisione della lotta agli oppositori e agli arresti.

Israele nega visti ai funzionari Onu dopo parole Guterres

L'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan ha detto che il suo Paese negherà il visto di ingresso a funzionari delle Nazioni Unite dopo l'intervento di ieri del segretario generale Antonio Guterres contestato da Israele stesso. «Viste le sue parole - ha spiegato Erdan alla Radio Militare - negheremo il rilascio dei visti ai rappresentanti dell'Onu. Del resto abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario per gli affari umanitari Martin Griffiths. È arrivato il tempo di dare loro una lezione».

Raid israeliano nel campo profughi di Jenin

Secondo i media palestinesi, tre persone sono state uccise e molte altre ferite in un attacco israeliano vicino al campo profughi di Jenin in Cisgiordania.

«Un aereo israeliano ha lanciato almeno due missili contro un gruppo di persone vicino al campo di Jenin, uccidendo tre persone e ferendone diverse altre», ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti locali.

L'esercito israeliano, da parte sua, ha dichiarato in un comunicato di aver effettuato «attività antiterrorismo» nella zona, ma non ha fatto menzione di vittime limitandosi a precisare che non ci sono stati morti o feriti tra le forze israeliane.

Alle prime ore del mattino, «l'Idf e le forze della polizia di frontiera israeliana hanno condotto una attività antiterrorismo a Wadi Bruqin, nell'area di Jenin - scrivono le Forze israeliane su Telegram -, e hanno arrestato due individui sospettati di coinvolgimento in attività terroristiche. Inoltre, le Forze hanno aperto il fuoco contro i terroristi armati». Durante l'attività «antiterrorismo» nel campo di Jenin, «terroristi armati hanno sparato e lanciato ordigni esplosivi contro le forze di sicurezza israeliane». In risposta, un drone dell'Idf ha colpito i terroristi. Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), dall'inizio del conflitto almeno 95 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania.

di Marco Ventura

Scontro al vetriolo al Palazzo di Vetro a New York, sede dell’Onu, tra il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e il ministro degli Esteri di Israele, Eli Cohen, che addirittura si rifiuta di incontrarlo a margine della sessione speciale sulla crisi mediorientale e invoca le sue dimissioni. «È importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla - dice Guterres - Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione». Le sofferenze palestinesi, aggiunge, non possono «giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas, ma neanche quegli spaventosi attacchi possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese». Parole che suonano alle orecchie, e agli occhi, del capo della diplomazia israeliana come giustificazione degli atti terroristici compiuti da Hamas nell’incursione oltre la barriera di Gaza, specie dopo aver mostrato e fatto ascoltare al Consiglio di sicurezza dell’Onu il video di un militante che si vanta - riprendendosi con il cellulare di una delle sue vittime - di aver ucciso «dieci ebrei».

LA REPLICA

«Signor segretario generale - incalza Cohen, l’indice puntato su Guterres – lei in che mondo vive? Sicuramente non nel nostro, nel mondo in cui viviamo noi. Dopo il massacro del 7 ottobre, non c’è più spazio per un approccio equilibrato. Hamas dev’essere cancellato dalla faccia del pianeta… L’Europa sarà la prossima a essere colpita da Hamas, avrà i terroristi alla porta». E come sempre quando Israele è nell’angolo al Palazzo di Vetro, intervengono gli Stati Uniti a raddrizzare la situazione. Fino a quel momento il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, aveva chiesto a tutti i Paesi di inviare aiuti umanitari a Gaza perché «un civile è un civile, Hamas deve smettere di usarli come scudi umani e Israele deve prendere precauzioni: cibo, acqua e medicine devono poter arrivare a Gaza e alle persone che ne hanno bisogno, i civili devono poter uscire dal pericolo». Ma dopo le parole di Guterres sulle ragioni anche dei palestinesi, ecco che interviene John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, respingendo l’appello al cessate il fuoco perché «in questo momento avvantaggerebbe soltanto Hamas, in questo momento siamo concentrati nell’aiutare Israele a sconfiggere Hamas».

E ricorda, contro Guterres, che «la responsabilità del 7 ottobre è di Hamas, solo di Hamas, non di Israele né dei civili innocenti». Il segretario generale Onu sembra aver superato quella che per Israele (e Washington) è una linea rossa. «Impari la storia prima di dir sciocchezze», scrive su X l’ex ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman. «Chiunque trovi giustificazioni al massacro di donne e bambini non è diverso dagli spregevoli terroristi di Hamas». Se la prende con la «falsa narrativa palestinese che le Nazioni Unite hanno rafforzato per anni». Per Gilad Erdan, ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Guterres «non è adatto a guidare l’Onu. Non ha senso parlare con chi mostra comprensione per le terribili atrocità commesse contro i cittadini ebrei. Lo invito a dimettersi».

Alza la voce nello schieramento opposto, a parte Teheran che però viene messa in guardia da Blinken («Risponderemo in maniera decisa contro qualsiasi attacco dell’Iran»), l’emiro del Qatar Sheikh Tamin bin Hamad al-Thani, figura chiave perché ospita a Doha i leader di Hamas ed è il vero mediatore del rilascio degli ostaggi israeliani e occidentali (ancora Blinken ricorda davanti all’Onu che sono stati uccisi, o sono ostaggi, i civili di 30 nazionalità). Le parole dell’emiro servono da altolà: «È insostenibile che a Israele venga dato il via libera incondizionato e la licenza di uccidere, non dovrebbe essere consentito ai nostri tempi tagliare acqua, medicine e cibo come arma contro un’intera popolazione». E ancora: questa guerra «ha trasceso ogni limite, deve finire». Al-Thani accusa l’Occidente di usare due pesi e due misure, «come se la vita dei bambini palestinesi non fosse degna di esser presa in considerazione».

Intanto continuano i bombardamenti israeliani su Gaza e Lynn Hastings, coordinatrice umanitaria dell’Onu nei territori palestinesi, ha reso omaggio ieri «ai 35 colleghi della nostra agenzia umanitaria per la Palestina tragicamente uccisi sotto i bombardamenti israeliani». È anche per questo che Guterres richiama tutte le parti, perché «nessuno può essere al di sopra del diritto internazionale: proteggere i civili è fondamentale in qualsiasi conflitto armato». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Ottobre 2023, 08:09
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