L’Iran: «Si rischia una crisi fuori controllo»
Tel Aviv: «Se attaccati colpiremo Teheran»

Raid di Israele anche in Cisgiordania e in Siria. Gli Usa: pericolo di escalation

L’Iran: «Si rischia una crisi fuori controllo» Tel Aviv: «Se attaccati colpiremo Teheran»

di Giammarco Oberto

La crisi in Medio Oriente sembra sempre più vicina al punto di non ritorno. L’Iran manda l’avvertimento ai suoi nemici giurati, Israele e Stati Uniti: «Ormai tutto è possibile. L’intera regione sarà fuori controllo se non si mette fine al genocidio nella Striscia di Gaza». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian nel corso di una conferenza stampa con il capo della diplomazia sudafricana.

In realtà un conflitto sotterraneo tra Tel Aviv e Teheran è già aperto. Raid notturni israeliani hanno colpito e messo fuori uso gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo, in Siria, dove secondo l’intelligence gli Hezbollah hanno depositi di armi. E le postazioni delle milizie filo iraniane sono di nuovo state colpite nel sud in Libano. La tensione è alle stelle ai confini Nord di Israele: ieri l’esercito ha disposto l’evacuazione di altri 14 kibbutz a ridosso del confine con il Paese dei cedri minacciate dai razzi degli Hezbollah. Già la settimana scorsa è stata avviata l'evacuazione di 28 altre comunità.

Il premier Benyamin Netanyahu ha minacciato «conseguenze distruttive per gli Hezbollah e per il Libano» se la milizia filo-iraniana decidesse di scatenare una guerra piena contro Israele. «Ancora non sappiamo se gli Hezbollah siano intenzionati ad andare ad un conflitto totale - ha detto il premier, durante un sopralluogo al confine nord - ma se lo facessero, per loro sarebbe un errore fatale. Li colpiremmo con una potenza che nemmeno si immaginano, con conseguenze distruttive per loro e per lo Stato del Libano».

Ma per Israele è anche chiaro che dietro una dichiarazione di guerra da perte degli Hezbollah ci sarebbe Teheran. «E se si aprirà un fronte Nord - ha avvertito il ministro dell’Economia Nir Barkat - noi attaccheremo la testa del serpente, l’Iran». E a quel punto la catena degli eventi in Medio Oriente andrebbe fuori ogni controllo. Ne sono consapevoli anche gli Stati Uniti. Il segretario di stato americano Antony Blinken ha avvertito che Washington vede il rischio di un’escalation. Gli Usa si preparano ad ogni scenario e hanno annunciato un rafforzamento della loro presenza militare in Medio Oriente «a causa della recente escalation da parte dell’Iran e delle sue forze affiliate» nella regione. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha annunciato che saranno schierati in tutta la regione «un sistema di difesa antimissile ad alta quota e diverse batterie di missili terra-aria Patriot». Altri mezzi militari sono stati collocati in uno stato di “pre-schieramento”.

Mentre l’intera area è sempre più una polveriera, Israele procede con la fase uno della sua offensiva contro Hamas. Oltre a bombardare obiettivi nella Striscia, ieri i raid hanno colpito anche la Cisgiordania. È stata centrata la moschea di al- Ansar, in un campo profughi di Jenin. Secondo le fonti militari israeliane, sotto la moschea c’era un bunker «usato dai terroristi come centro di comando per pianificare attacchi».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Ottobre 2023, 06:00
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