Israele e Gaza, è guerra: razzi sull'aeroporto di Tel Aviv. Gantz: «No cessate il fuoco»

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Israele si è risvegliata all'alba con le sirene che risuonano con insistenza a Tel Aviv e dintorni per la raffica di razzi di Hamas diretti verso l'aeroportoIn una terza salva di razzi sparati da Gaza nelle ultime ore verso ampie zone nel centro di Israele, Hamas ha cercato di colpire fra l'altro l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Lo riferisce Haaretz. Le sirene di allarme sono risuonate verso le 6 locali (le 5 in Italia) a Tel Aviv e nelle località vicine, costringendo la popolazione a correre nelle stanze protette. Altri attacchi sono stati segnalati nel sud di Israele. Le scuole in queste località sono tenute chiuse, il traffico ferroviario verso Ashkelon e il sud di Israele è interrotto.

Dall'inizio dell'escalation lunedì sera tra Israele e Hamas sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza in direzione di Israele oltre 1.050 razzi e colpi di mortaio, 200 dei quali sono caduti all'interno dell'enclave palestinese. Lo hanno reso noto le forze israeliane (Idf), come riporta il Times of Israel. Nella Striscia di Gaza le Idf hanno fatto sapere di aver attaccato circa 500 obiettivi per colpire personale, armamenti e infrastrutture di Hamas.

Nel corso di uno degli attacchi di razzi da Gaza su Israele una donna è morta di infarto. Secondo la radio militare la donna, residente a Rishon le-Zion (a sud di Tel Aviv), si è sentita male nell'apprendere che una sua amica era morta nel primo attacco di Hamas contro la città ed è deceduta in ospedale. Si tratta della sesta vittima in Israele da ieri. Poco prima a Lod erano rimasti uccisi due arabi, un padre e una figlia. Fra le vittime di ieri c'è anche una badante straniera di una donna anziana israeliana.

Gantz: «Operazioni militari vanno avanti, Israele non è pronto al cessate al fuoco»

 

Le operazioni militari a Gaza continueranno «fino a quando sarà necessario» e Israele non è pronto ad un «cessate il fuoco». Lo ha confermato il ministro della difesa Benny Gantz aggiungendo che ad ora «non c'è una data per la fine delle operazioni» he proseguiranno fino a che «non sarà riportata la calma».

«Non accetteremo prediche da organizzazioni o istituzioni sul nostro diritto e dovere di proteggere i cittadini israeliani», ha proseguito durante la visita nella città israeliana finita nel mirino di una pioggia di razzi dalla Striscia di Gaza. Il ministro ha sottolineato come «nelle ultime ore» le forze israeliane abbiano condotto una serie di «attacchi significativi» contro obiettivi di Hamas nell'enclave palestinese dall'avvio dell'operazione 'Guardiano delle mura'. «Continueremo a proteggere tutti gli abitanti di Israele», ha insistito, parlando di «centinaia di obiettivi attaccati» e di «comandanti uccisi» a Gaza.

Rivlin denuncia «pogrom a Lod» 

 

Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha denunciato il «pogrom (rappresaglia di sangue) di Lod da parte di una folla di arabi assetati di sangue e esaltati. Sono scene imperdonabili».

La Germania si schiera

Il governo tedesco «condanna» gli attacchi con i razzi contro le città israeliane, ha detto il portavoce Steffen Seibert in conferenza stampa a Berlino. «Israele ha diritto di difendersi da questi attacchi», ha aggiunto, affermando che questa «violenza non ha giustificazione» e che colpisce fra l'altro cittadini ebrei come musulmani. Seibert ha definito quelli in corso da due giorni «attacchi terroristici».

Esercito israeliano: «Uccisi alti comandanti di Hamas»

 

Alti comandanti di Hamas sono stati «simultaneamente eliminati a Gaza e Khan Yunis» nel nord della Striscia, hanno annunciato l'esercito e il servizio di sicurezza interno di Israele al termine di «operazione complessa e prima nel suo genere». «I comandanti - hanno spiegato - sono uomini chiave dello 'Staff generale' di Hamas e considerati vicini al capo dell'ala militare dell'organizzazione Mohammed Deif». Le forze israeliane (Idf) hanno confermato su Twitter di aver «neutralizzato figure di spicco dell'intelligence di Hamas: Hassan Kaogi, capo del dipartimento di sicurezza dell'intelligence militare di Hamas, e il suo vice, Wail Issa, capo del dipartimento di controspionaggio dell'intelligence militare». Il Jerusalem Post sottolinea come Wail Issa sia il fratello di Marwan Issa, numero due dell'ala militare di Hamas.

A Gaza 53 morti e 320 feriti

 

Il bilancio aggiornato dei palestinesi rimasti uccisi a Gaza nei ripetuti attacchi israeliani è di 53 persone, compresi 14 bambini e minori, e tre donne. Lo ha reso noto il ministero della sanità di Hamas. Il numero complessivo dei feriti è di almeno 320. Gli attacchi israeliani proseguono.

Razzo palestinese su veicolo israeliano: un morto e 3 feriti

 

Un razzo anticarro sparato da Gaza ha centrato un veicolo israeliano che si trovava nei pressi della linea di demarcazione. Lo riferisce il portavoce militare. È morto in ospedale uno degli israeliani feriti dal missile anticarro sparato da Gaza: lo riferisce il Pronto soccorso citato dai media secondo cui ci sono altri 3 feriti, di cui 2 in gravi condizioni. Hamas ha rivendicato l'attacco ed ha cercato, secondo la tv, di impedire con colpi di mortaio l'arrivo dei soccorsi israeliani. Ad ora le vittime in Israele sono 6.

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Palestinese ucciso negli scontri con i soldati in Cisgiordania

I combattimenti fra Israele e Hamas hanno elevato la tensione anche in Cisgiordania. Secondo la agenzia di stampa ufficiale Wafa, nel campo profughi al-Fawar (Hebron) ci sono stati scontri fra gli abitanti e reparti dell'esercito, ed un giovane (Hussein al-Titi) è rimasto ucciso. La agenzia aggiunge che i militari hanno impedito ad una ambulanza di soccorrerlo. L'esercito israeliano non ha ancora commentato l'episodio. Poche ore prime, al posto di blocco di Zaatra (Nablus) un altro palestinese era stato colpito a morte dal fuoco di militari.

Un ragazzo di 16 anni, Rashid Abu Arreh, è stato colpito a morte da soldati israeliani oggi durante incidenti avvenuti a Tubas. Secondo la Wafa il ragazzo si è trovato coinvolto in scontri quando la popolazione ha cercato di impedire all'esercito di arrestare esponenti locali ricercati. 

«Possibili crimini a Gaza e Gerusalemme»

 

«Noto con profonda preoccupazione l'escalation della violenza in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, così come dentro e intorno a Gaza, e la possibile commissione di crimini ai sensi dello Statuto di Roma». Lo scrive su Twitter la Procuratrice capo della Corte penale internazionale Fatou Bensouda.

Divampa la guerra

Divampa la guerra tra Israele e Hamas, con lo Stato ebraico deciso a proseguire «senza limiti di tempo» in un conflitto «esteso».

Alla pioggia di razzi arrivati da Gaza - circa 480, di cui 200 intercettati e 150 esplosi nella Striscia - l'esercito ha risposto con decine e decine di attacchi contro obiettivi di Hamas e della Jihad islamica. Da una parte ci sono 28 morti (anche «dieci bambini», secondo le autorità di Gaza) e 175 feriti, tra cui importanti comandanti delle fazioni armate palestinesi. In Israele - protetto dal sistema di intercettazione anti missili Iron Dome - si contano invece due vittime in uno dei bombardamenti: entrambe le donne sono state colpite da un razzo che ha centrato un edificio ad Ashkelon. I feriti, solo in questa città, sono più di 70, mentre l'intera popolazione del sud di Israele è costretta nei rifugi.

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Il conflitto

Hamas ha rivendicato il lancio di 130 razzi contro Tel Aviv e il centro d' Israele. «Ora, nel mantenere la nostra promessa, le Brigate al Qassam hanno lanciato il più grande attacco missilistico contro Tel Aviv e i suoi dintorni, con 130 missili, in risposta al nemico che ha preso di mira grattacieli civili», ha detto Hamas su Telegram, rilanciato da Times of Israel.

Il portavoce militare ha aggiunto che Israele «colpisce terroristi e non indirizza il proprio fuoco contro civili. Se il nemico si nasconde in un ambiente urbano è lui ad esporli ad un pericolo». Hamas, ha accusato, «ha sparato razzi dall'interno di zone affollate. Noi siamo impegnati a difendere le nostra popolazione». In seguito al crollo del palazzo, Hamas e la Jihad islamica hanno minacciato che in ritorsione colpiranno presto grattacieli di Tel Aviv.

L'escalation

Dopo una giornata di escalation, Benyamin Netanyahu ha annunciato di aver deciso insieme all'apparato militare di «accrescere ancora di più la potenza e il ritmo degli attacchi» di quella che è stata chiamata Operazione Guardiani delle Mura. «Hamas - ha minacciato il premier israeliano - riceverà un colpo che non si aspetta». Per questo sono stati richiamati 5mila riservisti e schierati a ridosso del confine con Gaza la Brigata Golani e i tank della 7/a Brigata corazzata. «Tutti i comandi - ha incalzato il capo di stato maggiore Aviv Kochavi - devono prepararsi ad un conflitto più esteso senza limiti di tempo».

Nella Striscia è tornata l'atmosfera cupa delle guerre del 2012 e del 2014, mentre Hamas e la Jihad hanno esaltato la loro Operazione Spada di Gerusalemme - con un chiaro riferimento agli scontri sulla Spianata delle Moschee - che ha visto la cittadina costiera di Ashdod colpita da una gragnuola di 40 razzi Grad. Su Ashkelon poi Hamas ha rivendicato il tiro dei muovi missili Sijeel, in grado a suo dire di evitare l'intercettamento dell'Iron Dome: «È una risposta - ha spiegato Hammed a-Rakeb, un dirigente di Hamas - ad attacchi lanciati in precedenza da Israele contro appartamenti dove si trovavano comandanti militari». Non a caso, visto che come ammesso dallo stesso Netanyahu e da Kochavi Israele vuole colpire innanzi tutto l'elite di comando dei bracci militari delle fazioni palestinesi. Tra questi è stato ucciso Iyad Fathi Faik Sharir, comandante delle unità anticarro di Hamas.

Lo scenario

Appare remota al momento una possibile tregua, mediata dall'Egitto: Israele ha seccamente smentito che sia questa l'ora. «Scopo dell'operazione in corso - ha precisato il ministro della Difesa Benny Gantz - è colpire Hamas duramente, indebolirla e farle rimpiangere la sua decisione di lanciare i razzi. Ogni bomba ha un indirizzo. Continueremo nelle prossime ore e giorni». Nell'ultimo attacco sulla Striscia, lo Stato ebraico ha usato 80 velivoli e tra questi alcuni F-35. Commentatori e analisti prevedono che non finirà presto: i fatti di Gerusalemme sono diventati il catalizzatore di una guerra che negli anni scorsi era stata più volte sfiorata. Quei fatti hanno avuto un'altra conseguenza pesante per Israele: l'aperta insofferenza di una parte della società arabo-israeliana. Incidenti gravi sono avvenuti in molte cittadine a popolazione mista. Soprattutto a Lod, dove dimostranti arabi hanno attaccato residenti ebrei in alcuni rioni della città.

Due dimostranti sono stati feriti da colpi di arma da fuoco e uno di essi è deceduto poco dopo. Secondo i media, a sparare è stato un ebreo che temeva il linciaggio da parte dei manifestanti che avevano già attaccato un commissariato di polizia, un museo e un collegio rabbinico. Scontri si sono verificati anche a Ramle e di nuovo a Lod. «Gli arabi israeliani - ha attaccato Netanyahu - si sono comportati in maniera selvaggia e non accettiamo questo comportamento da scalmanati». Anche il presidente Reuven Rivlin ha trattato con durezza il capo delle Comunità arabe ammonendo che «ebrei ed arabi di Israele non devono diventare ostaggio dei terroristi assassini di Hamas e Jihad». Difficile che in questa situazione i ripetuti appelli della comunità internazionale alla de-escalation possano trovare ascolto.

Com'è cominciata

La tensione, dunque, si estende da Gerusalemme a Gaza. La svolta in questo conflitto c'è stata dopo l'irruzione della polizia israeliana nella moschea Al Aqsa a Gerusalemme e sta continuando visto che Hamas ha deciso di rispondere lanciando razzi da Gaza (non succedeva dal 2014). Hamas aveva chiesto l'immediato ritiro della polizia israeliana dalla Spianata delle Moschee (detta anche dagli ebrei Monte del Tempio) e dal quartiere Sheikh Jarrah (Gerusalemme est), quello dove è partito tutto e dove si aspetta una sentenza della Corte Suprema sullo sfratto di dozzine di famiglie palestinesi (una settantina di persone). Lo sgombero dovrebbe far posto a famiglie israeliane. 

Le reazioni

A Roma la Farnesina fa sapere in una nota che «l'Italia ribadisce la sua preoccupazione per l'escalation di attacchi e violenze in particolare a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza e chiede che cessi immediatamente. Il Paese condanna fermamente i lanci di razzi da Gaza verso il territorio di Israele e ritiene che non siano giustificabili in alcuna circostanza». L'Italia, prosegue la nota, fa appello «a tutte le parti affinché adottino immediatamente misure di de-escalation e diano prova di responsabilità. È prioritario prevenire ulteriori vittime civili. Ogni violenza, provocazione e incitamento all'odio deve cessare e lo status quo dei Luoghi Sacri deve essere rispettato»

 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Maggio 2021, 18:12
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