Brasile, Lula asserragliato nella sede del sindacato: oggi potrebbe consegnarsi

Lula ancora asserragliato nella sede del sindacato: oggi potrebbe consegnarsi
L'ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva resta asserragliato nella sede del sindacato dei metallurgici Abc a Sao Bernardo dos Campos, nella periferia di San Paolo, dove ha iniziato la sua carriera politica come giovane leader sindacale negli anni Settanta. L'ex presidente si era rifugiato nella sede sindacale nella notte di giovedì dopo che si era diffusa la notizia dell'ordine di arresto voluto dal giudice Sergio Moro.

Secondo l'agencia Brasil Lula potrebbe consegnarsi oggi, stando al contenuto dei lunghi negoziati tra i suoi legali e la polizia, al termine delle commemorazioni a San Paolo in memoria della moglie Marisa Leticia, scomparsa lo scorso anno, e che oggi avrebbe compiuto 68 anni. Sergio Moro, il principale magistrato della megacausa "Lava Jato" per corruzione politica, aveva dato tempo a Lula fino alle 17 di ieri per consegnarsi nella città di Curitiba.

Il caso ha scosso il paese, dove si sono svolte manifestazioni di protesta in oltre 50 città: una folla di decine di migliaia sostenitori dell'ex presidente, dato per favorito alle presidenziali di ottobre, si è riunita sotto la sede del sindacato.

L'arresto di Lula da Silva, ordinato ieri dal giudice Sergio Moro perché cominci a scontare una pena di 12 anni di prigione per corruzione, è diventato un impasse legale e politico, dopo che l'ex presidente ha deciso di non consegnarsi alla polizia di Curitiba e di rimanere rinchiuso nella sede del sindacato metallurgico.

Il termine massimo fissato dal magistrato simbolo delle inchieste anticorruzione perché Lula si costituisse è scaduto
alle 17 di ieri (le 22 in Italia) ma Lula non solo non è andato a Curitiba, ma anzi è rimasto rinchiuso da nella sede sindacale, circondato da migliaia dei suoi simpatizzanti, senza fare nessuna dichiarazione pubblica sulla sua vicenda giudiziaria.

Uno dei suoi avvocati, José Roberto Batochio, ha spiegato la posizione dell'ex presidente: Lula, ha detto, «non intende andare al macello a testa bassa, per sua libera e spontanea volontà». Ma questo, ha aggiunto, «non è un atto di ribellione», bensì l'esercizio «di un diritto fondamentale di ogni persona, che è quello di preservare la sua libertà e di non partecipare in nessuna aziona che possa sopprimerla».

Questa tesi è stata ripresa dalla presidente del Partito dei Lavoratori (Pt), Gleisi Hoffmann, che ha detto «che sia chiaro che non vi è, da parte del presidente Lula, nessuna disubbidienza al mandato del giudice Moro», giacché l'ex
presidente «aveva la possibilità di andare a Curitiba, ma ha scelto di rimanere qui, in un luogo pubblico, e tutti sanno che è qui, il mondo intero sa che è qui. E qui rimarrà».

E così, mentre si moltiplicano le versioni e speculazioni su presunte trattative fra gli avvocati di Lula e la polizia, gli analisti cercano di tradurre in termini giuridici questa situazione senza precedenti. Anzitutto, c'è da stabilire se la sede sindacale nella quale si è rifugiato Lula possa essere considerata il suo domicilio. Se così fosse, secondo la legge brasiliana, la polizia non può entrare nel palazzo per effettuare un arresto dopo le 18.

Inoltre, anche se i suoi avvocati dicono che Lula è formalmente alla disposizione della polizia federale, fonti ufficiali hanno comunque chiarito che non si intende procedere ad un'operazione per arrestare l'ex presidente nella sede sindacale, almeno finché questa sarà circondata da migliaia di manifestanti pro Lula, giacché un'azione di questo tipo comporterebbe un «rischio di sicurezza troppo grande, tanto per il detenuto come per i poliziotti».

Nel frattempo, il presidente della Federazione Nazionale delle Polizie Federali, Luis Antonio Boudens, ha chiarito che malgrado non si sia consegnato alla giustizia Lula non è considerato un latitante, giacché «la condizione di latitante è molto precisa, deve esserci un elemento di fuga, di rifiuto dell'arresto».
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Aprile 2018, 09:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA