Linkedin, solo un lavoratore su 3 ha un profilo
adeguato al social

Linkedin, solo un lavoratore su 3 ha un profilo adeguato al social
Avere un buon profilo sui social destinati alla ricerca del lavoro può essere decisivo e portare a raggiungere un'utile e rete di contatti. Un lavoratore su tre pensa che sia importante separare i profili dei social network professionali da quelli personali, mentre gli esponenti della "generazione Y" cambiano più spesso l'immagine del profilo diventando il gruppo demografico più visualizzato su LinkedIn. E' quanto emerge dalla ricerca LinkedIn New Norms@Work realizzata su un campione di oltre 15mila lavoratori a tempo pieno, utenti del social network professionale, dai 18 anni in su in 19 paesi, Italia compresa.



L'indagine sottolinea che i lavoratori danno sempre più importanza al "personal branding", ovvero all'immagine che si trasmette in ambiente lavorativo, non più solo "offline" ma anche "online". I professionisti che operano nel campo del recruitment, della moda, dei beni di lusso e del settore alberghiero tendono a cambiare la loro immagine del profilo più spesso rispetto alla media. L'Indonesia ha la percentuale più elevata (51%) di professionisti che curano attentamente l'immagine del proprio profilo, in confronto al 4% del Giappone.



Tra i fattori "offline" più importanti c'è l'abbigliamento: il 48% degli interpellati adotta per il lavoro abiti diversi da quelli per il tempo libero. Quasi il 15% degli italiani, ad esempio, per prepararsi per una giornata di lavoro impiega lo stesso tempo che dedica a prepararsi per uscire la sera, mentre il dato internazionale è inferiore (9,8%). In Giappone si tende ad avere un armadio separato per abiti da lavoro e per il tempo libero (67,6%), mentre solo il 44,5% degli italiani ha questa esigenza. In Italia, infine, quasi un quarto delle lavoratrici pensa di essere giudicata maggiormente per quello che indossa.
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Maggio 2015, 09:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA