Carolina Crescentini in carcere per fiction: «Quei ragazzi dietro le sbarre mi hanno spezzato il cuore»

Carolina Crescentini in carcere per fiction: «Quei ragazzi dietro le sbarre mi hanno spezzato il cuore»

di Donatella Aragozzini
Le onde che si infrangono sugli scogli, un miraggio di libertà per i giovanissimi detenuti dell'Istituto di Pena Minorile di Napoli, che attraverso le sbarre possono spaziare con lo sguardo verso orizzonti infiniti dove i loro sogni non sono imprigionati. In quel luogo di fantasia, ricostruito presso la Marina Militare della città partenopea ed ispirato al carcere di Nisida, è ambientata Mare fuori, una serie RaiFiction-Picomedia, prodotta da Roberto Sessa e diretta da Carmine Elia, in onda da domani per sei prime serate su Rai2: le storie di ragazzi che stanno scontando la pena nel penitenziario per aver commesso un reato, premeditato o conseguenza di un tragico errore, si intrecciano a quelle di Paola Vinci, la severa direttrice dell'istituto interpretata da Carolina Crescentini.
 
 


Una fiction su un tema decisamente forte.
«Sì, forte ma bellissimo, è una serie bellissima e necessaria perché difficilmente ci si pensa ma è una realtà che esiste. Sembra un posto dimenticato, ma si spera che possa essere un luogo di passaggio e di trasformazione, per il reinserimento nella società, ma può essere l'esatto opposto».
Com'è il suo personaggio?
«È una tosta, una dura per carattere e perché ci è diventata. I tre concetti che ha bisogno di chiarire ai ragazzi sono responsabilità, conseguenze e regole, tre passaggi che devono capire per non commettere di nuovo gli stessi errori. Provo un po' di pena per lei, perché si è auto-punita dopo un trauma e ha fatto in modo di perdere tutto. È rigida, antipatica, ma molto sola».
Come sceglie i ruoli?
«Quando leggo un copione, se io per prima mi emoziono lo voglio fare assolutamente. In Mare fuori, per esempio, ci si affeziona subito ai personaggi, provi costantemente un senso di tenerezza: malgrado abbiano delle responsabilità enormi, sono dei cuccioli e così si comportano. Io sono iperemotiva, le storie dei ragazzi mi aprivano il cuore. Accadrà anche a lei, ma le ci vorrà più tempo».
Adesso è sul set del film Per tutta la vita di Paolo Costella, con protagoniste diverse coppie sposate da un falso prete: in pratica un Immaturi in tema matrimoniale?
«Non posso dire molto... diciamo che ci sono dei personaggi che sono stati truffati e sono alle prese con le conseguenze di quella truffa».
Percepisce differenze tra le produzioni per il cinema e quelle per la tv?
«La televisione ha una responsabilità in più, perché non vengono a vederti, siamo noi a entrare nelle case. Quando fai televisione devi raccontare una storia che deve far discutere, accendere una miccia».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Settembre 2020, 08:46
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