Alfa a Sanremo: «L'Ariston sarà un banco di prova al momento giusto, voglio solo divertirmi»

Dopo lo stop forzato di Sanremo Giovani e il successo di “bellissimissima <3".

Alfa a Sanremo: «L'Ariston sarà un banco di prova al momento giusto, voglio solo divertirmi»

di Rita Vecchio

L'unico modo per zittire tutti è vincere. E' la storia di Alfa, in breve. Tra alti e bassi, tra bullismo e la voglia di farcela. Per il giovane cantautore, Sanremo sarà «un banco di prova». Arriva al Festival da outsider, con un cartellino all’ingresso in cui ci sono numeri, tantissimissimi. Come il suo ultimo singolo “bellissimissima <3” che ha spopolato classifiche, si è accaparrato certificazioni discografiche d’oro e di platino e ha un seguito di milioni e milioni di streaming e di visualizzazioni, da Spotify a Youtube. «Alla fine di tutto, sono contento di non esserci andato l'anno scorso (eliminato da Sanremo Giovani perché non stava bene, ndr). Oggi, dopo l'esperienza incredibile degli ultimi mesi, sono più consapevole». Il successo gli porta sicurezza, senza fargli montare la testa, resta il giovane semplice ed educato e il Festival diventa per lui un «punto di arrivo, ma anche di partenza, perchè c'è un prima e un dopo», racconta. «È una responsabilità, a 23 anni, essere scelto come big. Sono molto fiero, però. L'essere stato squalificato per via della febbre mi ha dato, dopo i concerti e il successo di Bellissimissima, sicurezza. Ma non voglio che Sanremo per me diventi tossico e competitivo. L'unica aspettativa emotiva che ho è divertirmi».

ALFA (ph. credit Filiberto Signorello)

Alfa, nome d’arte di Andrea De Filippi scelto perché «è un inizio come la lettera dell'alfabeto greco, io mi sento sempre all’inizio. Una emozione grandissima e difficile da spiegare sarà vedere Fiorella Mannoia sullo stesso palco. Andavo ai suoi concerti da piccolo con mia madre». Sarà in gara con “Vai!”. Un monito a reagire, come la sua vita, brano che nasce sulla Mulholland Drive a Los Angeles con i produttori statunitensi Ian Scott e Mark Jackson. «"Mi hanno detto che il destino lo crei tu" è il concetto secondo cui qualunque cosa accada, si deve andare». Un concetto autobiografico. "Vai!" «nasce dopo il momento di stop. Il video di “bellissimissima <3” girato tra le montagne russe in parte si ricollega. Bisogna avere il coraggio di ripartire subito. Con "Cin Cin", il primo brano che avevo lanciato sui social, ero convinto che oltre quel successo non sarei andato e invece non è stato così. La storia di The Kolors con Italodisco o quella di Annalisa sono state una spinta per me a continuare, nonostante tutto. Spero che tornino le carriere maratona, quelle come Jovanotti, Cesare Cremonini, Gianni Morandi. Carriere di up and down, ma con la matrice di volercela fare». 

Esponente della generazione Z 

Alfa è grazie alla musica che diventa uno degli esponenti della GenZ. «In tanti mi avete descritto come una persona positiva e solare con la musica. Non è una scelta. La musica è il mio migliore amico e scrivo soprattutto per me. La musica è stata l’alternativa sociale. Ero grasso, non mi piacevo, sono passato dal bullismo e dalla non accettazione quando ero alle medie. In giro c’è tanta aggressività. Ma la verità sta nel mezzo. E sui testi che raccontano con termini forti penso che se uno ha un passato di strada e di criminalità, la musica può aiutare. E lo posso capire. Non mi sento di criticare. Unica cosa su cui faccio osservazione è che è diventato cool un determinato tipo di messaggio». Non c'è nulla di cool in tutto questo, specifica. «Cool è qualcosa che piace a  chi piace, è legato alla moda. Non voglio far parte della coolness. Se lo facessi rinnegherei un passato da sfigato. E invece io vado fiero del mio passato di bullismo e timidezza. Non sarei io se oggi andassi in giro vestito Prada. Io ho iniziato a fare musica quando non sapevo chi fossi e vivo il successo che è venuto dopo con i piedi per terra. Colpa (e merito) dei miei genitori». 

La musica come migliore amico

La musica come suo migliore amica, dice. Ma a volte gli amici tradiscono. «E' vero. Io a volte mi sono sentito tradito dall'industria musicale più che dalla musica in sè. Quando inizi a fare musica ed essa diventa lavoro, perde un pochino di magia. Inutile dire il contrario. Per me la musica era e resta il "locus amoenus", un posto tranquillo e incantevole dove stare, dove rifugiarmi, dove posso esprimermi. Difficile fare i conti con tutto quello che c'è attorno.

Non dico che so farlo, ma ho imparato a galleggiare». Ed è sempre grazie agli amici, «cui non ci si nega mai», che sopravivve «alla sovraesposizione mediatica». 

Cover "No so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato"

"Vai!" prepara al disco in uscita (16 febbraio per Artist First), "No so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato". Colorato e pieno di influenze. «I miei riferimenti restano gli OneRepublic, Lewis Capaldi, Ed Sheeran, The Lumineers, artisti americani che hanno a che fare con musica country e folk. Utilizzo la chitarra e la scrittura semplice, vado per immagini, come faceva De Andrè». 

Dal 24 febbraio, invece, sarà in tour nei palazzetti. Milano prima data. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Gennaio 2024, 09:59
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