Parigi, gli Eagles of Death Metal sul palco
con gli U2. Poi il ritorno al Bataclan

Parigi, gli Eagles of Death Metal sul palco ​con gli U2. Poi il ritorno al Bataclan

di Claudio Fabretti
ROMA - Prima sul palco del Palasport insieme agli U2, poi davanti al Bataclan, a rendere omaggio alle 90 vittime di quello che doveva essere il loro concerto ed è diventato invece il più cruento dei massacri parigini.


Un ritorno di grande commozione, quello degli Eagles Of Death Metal nella capitale francese, ancora ferita dagli attacchi terroristici del 13 novembre. «Sono stati derubati del loro palco tre settimane fa, così ci faceva piacere offrirgli il nostro», ha detto Bono, abbracciando Jesse Hughes, il frontman della band californiana che ha vissuto in diretta quella tragica notte. Insieme al gruppo irlandese, gli Eagles of Death Metal hanno interpretato People Have The Power di Patti Smith, in un sala gremita da 16.000 persone. Poi, questa volta senza gli U2, Hughes ha cantato sull'immenso palco sventolando un grande tricolore francese.

Quindi, in mattinata, Hughes e gli altri componenti della band, in lacrime, hanno depositato fiori davanti alla sala concerti in cui si stavano esibendo prima dell'irruzione dei terroristi dell'Isis. Gli Eagles of Death Metal si sono raccolti per dieci minuti davanti alle bandiere, agli omaggi e ai fiori lasciati davanti al teatro.

La musica non si ferma, dunque. Anzi, diventa il primo veicolo di pace contro la brutalità della violenza. Prima degli U2, era stata Madonna a levare la sua voce tra le lacrime: «Vogliono zittirci, ma non lo permetteremo - aveva detto sul palco di Stoccolma - Meritiamo di divertirci, nessuno può impedirci di fare quello che amiamo». Note contro la violenza che si sono trasformate anche in rispettoso silenzio, quando gli stessi U2, Prince, i Foo Fighters e i Coldplay avevano annullato i loro concerti, subito dopo le stragi in Francia. «I terroristi dell'Isis sono un culto della morte, noi siamo un culto della vita - ha sottolineato Bono - Il rock' n'roll è una forza vitale, è gioia come atto di sfida».

Ora, la musica interrotta dagli spari si riprende il suo posto. Che siano le note trionfali della Marsigliese, risuonate negli stadi di tutta Europa, o quelle più semplici dell'anonimo ciclista che ha trasportato un pianoforte davanti al Bataclan per suonare Imagine. Stesso effetto, stessa commozione. Uno dei rifugi più sicuri dall'orrore, nonostante tutto.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Dicembre 2015, 08:33
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