Mattia Briga il 20 dicembre in concerto: «Solo la mia voce e le chitarre, questo live è un regalo a Roma»

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di Marco Castoro
Mattia Briga, cominciamo dall’attualità. La sua finale di Champions League in programma il 20 dicembre a Roma.
«Il paragone è azzeccato. Un concerto importante, quello al Teatro Centrale in pieno centro storico a Roma. Quando facciamo musica è sempre un momento importante, ma stavolta è diverso perché sul palco siamo solo io e Mario Romano. La mia voce e le sue chitarre».

Un’esibizione ad altissimo rischio, perché ogni piccolo errore viene amplificato…
«Non pensiamo di andare sul palco e di non sbagliare nulla. Questo concerto è una prova importante che attesta quanto ci teniamo alla musica fatta in un certo modo. Mario Romano è uno dei chitarristi under 30 più forti d’Europa. Ma sappiamo bene che se il concerto a prima vista possa sembrare un’esibizione semplificata, invece è complicata. Mario con le sue chitarre e un mandoloncello deve sostituire un’intera band».

Briga, un rapper pentito?
«No. Il rap lo uso come mi pare perché è una cosa mia. Non è detto che se uno nasce rapper lo deve fare per tutta la vita. L’amore per la musica mi porta a spaziare, a fare esperimenti, anche nel genere pop-rock. Arrangiare e rimodellare i brani nostri è questa la grande sfida. Nel nuovo disco strizzo l’occhio al passato e torno al rap».

Nel 2020 sono dieci anni di carriera…
«Lo considero un premio, visti i tempi che corrono, dove spesso si dura soltanto qualche mese. Ho iniziato da solo, facevo il cameriere e con i soldi che guadagnavo ci pagavo gli studi di registrazione».

I momenti più belli di questo decennio?
«Nel 2103 quando ho cantato Sei di mattina per la prima volta al Forum di Assago davanti a 15 mila persone che intonavano tutte la mia canzone. Poi la parentesi di Amici, fondamentale per lo sviluppo della mia carriera. Le collaborazioni con artisti come Venditti e Grignani. L’esperienza magnifica con Patty Pravo a Sanremo, qualche disco di platino. Momenti indimenticabili quando abbiamo prodotto l’album Che cosa ci siamo fatti in una villa affittata in Toscana e ci siamo chiusi h24 con tutta la band».

E ora c’è anche la tv
«Su Rai 4 sono andate in onda 7 puntate di Stranger Europe. Mi piace, perché quando viaggio mi sento a mio agio. Ho conosciuto meglio l’est europeo, Ungheria, Belgrado, Praga. Lavorare viaggiando è tutta un’altra cosa»
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Dicembre 2019, 07:58
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