Weinstein, Claudia Mori: "È ora di denunciare ogni sopruso, toccatevi il vostro di sedere, non quello di una donna"

Weinstein, Claudia Mori: "È ora di denunciare ogni sopruso, toccatevi il vostro di sedere, non quello di una donna"
Lo sfogo. «Auspico che sia arrivato il momento di denunciare e far conoscere ogni sopraffazione e volgarità anche se subita dieci, venti, trenta anni fa o oggi da parte di voi uomini. E da adesso in poi, per scaramanzia, toccatevi il vostro di sedere, non quello di una donna».



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Si conclude così la lettera aperta di Claudia Mori, pubblicata oggi dal Fatto quotidiano, in cui l'attrice, cantante e produttrice risponde all'articolo di Massimo Fini, uscito ieri sullo stesso giornale, prendendo posizione sul caso molestie e abusi.

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Ancora oggi, «nonostante centinaia di uccisioni e violenze sulle donne», sottolinea Mori, si fa fatica a capire che la «violenza comincia proprio con la mano appoggiata volgarmente sulla gamba di una donna da parte di uno sconosciuto. Un atto intimo ingiustificato se non con la vostra prepotenza sessuofoba e irrefrenabile. Ha fatto bene a dimettersi il ministro della Difesa britannico autore del gesto 'divertente'. Perché una donna dovrebbe subire in silenzio una confidenza del genere da parte di uno sconosciuto?! Perché il signor Hoffman si permette di dire quella battuta schifosa e volgare in pubblico ad una giovane diciassettenne lavoratrice che gli porta (ahimè) la colazione: «Oggi vorrei un uovo sodo e un clitoride alla coque» Perché purtroppo la cultura che vi contraddistingue quando parlate delle donne tra voi maschioni da bar sport è sempre la solita. Lei - afferma ancora Claudia Mori rivolgendosi a Fini - si scandalizza solo se a Dustin Hoffman non verrà assegnato l'Oscar e non perché la volgarità e la violenza di quella battuta è già uno stupro, impunito». Quanto alla scelta di denunciare o rendere pubbliche le molestie, Mori stigmatizza l'idea di accusare di calunnia chi decide di raccontare, «tanto esiste la prescrizione e il colpevole se la caverebbe ancora una volta». Le leggi, accusa, sono dalla parte degli uomini, «le pene non sono mai adeguate al dolore, all'umiliazione e alla sofferenza di una donna violata e offesa».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Novembre 2017, 12:11
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