Il ritorno di Cronenberg è tra i Crimini del futuro: «Svelo l'orrore degli uomini che si trasformano con plastica e tecnologia»

Il ritorno di Cronenberg è tra i Crimini del futuro: «Svelo l'orrore degli uomini che si trasformano con plastica e tecnologia»

di Alessanda De Tommasi

CANNES - Una fantasia distopica, ossessiva e horror mescolata a un “J’accuse” politico: “Crimes of the future”, il nuovo film di Steven Cronenberg presentato in concorso al Festival di Cannes, racconta a tinte forti l’umanità di un domani non troppo lontano. Tra esperimenti medici, cavie umane e mutazioni, il maestro canadese lavora al progetto da quasi 20 anni. La storia segue l’artista d’avanguardia Saul (Viggo Mortensen) che in un’installazione con la collega Caprice (Lea Seydoux) mostra come i suoi organi si fondano con l’ambiente sintetico che li circonda. I due così riescono addirittura a creare nuovi organi che crescono nel corpo. Organi dei quali non si conosce neppure la funzione.


Quando l’agente statale Timlin (Kristen Stewart) indaga sul loro operato si verificano situazioni surreali e dissacranti. «Fino a un paio di decenni fa – ricorda il regista – nessuno parlava di microplastica ma oggi si sa che l’80% della popolazione ce l’ha nella propria carne. Io lo racconto in maniera suggestiva e satirica per ricordare che viviamo in un mondo folle assetato di potere e di controllo (e non mi riferisco solo a Putin e all’Ucraina)».


Sul set, ricorda la Stewart, «era spesso buona la prima», perché al cast – racconta la Seydoux – «è stata data una libertà totale» condita con «il senso dell’umorismo eccezionale del regista», come conclude Mortensen.
Il cineasta 79enne, allora, fa luce sul titolo: «Parlo di crimini del futuro e mi auguro di compierne altri, cinematograficamente parlando».

Il tema della fine sembra ricorrente nei suoi lavori: «Forse perché – aggiunge – mi affascina l’idea del tempo che sfugge di mano. Proviamo a catturarlo, ad esempio con una fotografia, ma scivola via e diventa già passato. Fin da piccolo ne ero ossessionato e chiedevo a mamma cosa fosse la morte. Lei glissava dicendomi che l’avrei incontrata molto, molto più in là, ma non ne ero convinto e le rispondevo: “E tu come lo sai?”».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Maggio 2022, 07:46
© RIPRODUZIONE RISERVATA