CANNES - Una fantasia distopica, ossessiva e horror mescolata a un “J’accuse” politico: “Crimes of the future”, il nuovo film di Steven Cronenberg presentato in concorso al Festival di Cannes, racconta a tinte forti l’umanità di un domani non troppo lontano. Tra esperimenti medici, cavie umane e mutazioni, il maestro canadese lavora al progetto da quasi 20 anni. La storia segue l’artista d’avanguardia Saul (Viggo Mortensen) che in un’installazione con la collega Caprice (Lea Seydoux) mostra come i suoi organi si fondano con l’ambiente sintetico che li circonda. I due così riescono addirittura a creare nuovi organi che crescono nel corpo. Organi dei quali non si conosce neppure la funzione.
Quando l’agente statale Timlin (Kristen Stewart) indaga sul loro operato si verificano situazioni surreali e dissacranti. «Fino a un paio di decenni fa – ricorda il regista – nessuno parlava di microplastica ma oggi si sa che l’80% della popolazione ce l’ha nella propria carne. Io lo racconto in maniera suggestiva e satirica per ricordare che viviamo in un mondo folle assetato di potere e di controllo (e non mi riferisco solo a Putin e all’Ucraina)».
Sul set, ricorda la Stewart, «era spesso buona la prima», perché al cast – racconta la Seydoux – «è stata data una libertà totale» condita con «il senso dell’umorismo eccezionale del regista», come conclude Mortensen.
Il cineasta 79enne, allora, fa luce sul titolo: «Parlo di crimini del futuro e mi auguro di compierne altri, cinematograficamente parlando».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Maggio 2022, 07:46
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