LE ELEZIONI

Elezioni Trentino, risultati. Fugatti (centrodestra) si conferma. FdI primo partito italiano in Alto Adige, calo Svp

Gli aggiornamenti in tempo reale

Elezioni Trento, gli aggiornamenti dello spoglio

Alle elezioni per la Provincia autonoma di Trento e, dai dati ufficiosi relativi a 421 sezioni su 527, è avanti, con il 51,72%, il presidente uscente di centrodestra, Maurizio Fugatti, appoggiato dalle liste Noi Trentino per Fugatti presidente, Lega per Fugatti presidente, Fratelli d'Italia, Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (Udc), Forza Italia, La Civica, Partito autonomista Trentino Tirolese (Patt) e Fassa. Per il centrosinistra è in campo con il 37,61% Francesco Valduga, appoggiato dalle liste Italia Viva, Campobase, Alleanza Verdi e Sinistra, Fascegn, Casa Autonomia.Eu, Azione e Partito Democratico del Trentino. Filippo Degasperi, che corre con le liste La me Val - Primiero Vanoi Mis, Onda e Unione Popolare, è al 3,89%.

Marco Rizzo, con il sostegno della lista Democrazia Sovrana e Popolare, è al 2,24%, Sergio Divina, il candidato presidente di Giovani per Divina presidente, Noi con Divina presidente e Alternativa Popolare per il Trentino, è al 2,22%. Alex Marini, candidato del Movimento 5 Stelle, è all'1,86% e la candidata Elena Dardo, con l'appoggio di Alternativa, è allo 0,46%.

Trentino: Fugatti sopra il 50% verso la vittoria. Tutti i risultati

In Trentino Maurizio Fugatti (Lega) è sempre più vicino al secondo mandato da governatore provinciale. Alle 12.33, con 376 sezioni rilevate su 527, i voti per il presidente uscente sono 85.803, il 51,77%. Un distacco di circa 14 punti rispetto a Francesco Valduga - 62.435 voti, il 37,67% - candidato del centrosinistra autonomista. Seguono Filippo Degasperi di Onda Civica (3,8%), l'ex leghista Sergio Divina (2,25%), Marco Rizzo (2,20%), Alex Marini del M5S (1,84%) ed Elena Dardo (0,47%).

I PARTITI

I risultati dei partiti vedono in testa il Partito Democratico del Trentino 16,24% (7 seggi), seguito da Lega Fugatti presidente 13,2% (5 seggi), Fratelli d'Italia 12,23% (5 seggi), Noi Trentino per Fugatti presidente 10,56% (4 seggi in Consiglio provinciale), Campobase 8,18% (3 seggi), Patt 8,02% (3 seggi), Civica 5,06% (2 seggi), Casa autonomia.eu 4,45%, Alleanza Verdi e Sinistra 3,21% (1 seggio) e Fascegn 2,05%, Onda 2,33%, Democrazia Sovrana Popolare 2,29%, Forza Italia 2,01%, Movimento 5 Stelle 1,83%, Fassa 1,48%, Azione 1,40%, Italia Viva 1,31%, Alternativa Popolare 0,47%, Noi con Divina Presidente 0,81%, Udc 0,59%, Unione Popolare 0,52%, La me val Primiero Vanoi Mis 0,64%, Alternativa 0,48% e Giovani per Divina Presidente 0,27%.

Trento: risultati a metà spoglio

Alle elezioni per la Provincia autonoma di Trento e, dai dati ufficiosi relativi a 307 sezioni su 527, è avanti, con il 51,29%, il presidente uscente di centrodestra, Maurizio Fugatti, appoggiato dalle liste Noi Trentino per Fugatti presidente, Lega per Fugatti presidente, Fratelli d'Italia, Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (Udc), Forza Italia, La Civica, Partito autonomista Trentino Tirolese (Patt) e Fassa. Per il centrosinistra è in campo con il 37,98% Francesco Valduga, appoggiato dalle liste Italia Viva, Campobase, Alleanza Verdi e Sinistra, Fascegn, Casa Autonomia.Eu, Azione e Partito Democratico del Trentino. Filippo Degasperi, che corre con le liste La me Val - Primiero Vanoi Mis, Onda e Unione Popolare, è al 3,9%. Sergio Divina, il candidato presidente di Giovani per Divina presidente, Noi con Divina presidente e Alternativa Popolare per il Trentino, è al 2,35%. Marco Rizzo, con il sostegno della lista Democrazia Sovrana e Popolare, è al 2,19%, Alex Marini, candidato del Movimento 5 Stelle, è all'1,85% e la candidata Elena Dardo, con l'appoggio di Alternativa, è allo 0,45%.

 

Trento: Fugatti avanti, +8% rispetto a Valduga

Il candidato del centrodestra Maurizio Fugatti (48,45%, 25195 voti) è avanti di quasi 7 punti percentuali rispetto allo sfidante del centrosinistra Francesco Valduga (40,60% 21110 voti). Sono questi i primi risultati delle elezioni provinciali trentine alle ore 10.45, con 138 sezioni rilevate su 527. Dopo Valduga i candidati presidente che raccolgono più preferenze sono Filippo Degasperi di Onda Civica (3,93%, 2045 voti), l'ex leghista Sergio Divina (2,55%, 1325 voti), Marco Rizzo (2,18%, 1131 voti), Alex Marini (1,80%, 937 voti) ed Elena Dardo (0,49%, 255 voti).

I risultati dei partiti vedono in testa il Partito Democratico del Trentino 17,85%, seguito da Lega Fugatti presidente 12,03%, Fratelli d'Italia 11,39%, Noi Trentino per Fugatti presidente 9,29%, Campobase 8,43%, Patt 8,02%, Civica 4,82%, Casa autonomia.eu 4,52%, Alleanza Verdi e Sinistra 3,67% e Fascegn 2,88%, Onda 2,33%, Democrazia Sovrana Popolare 2,15%, Forza Italia 1,99%, Movimento 5 Stelle 1,79%, Fassa 1,56%, Azione 1,48%, Italia Viva 1,37%, Alternativa Popolare 1,05%, Noi con Divina Presidente 0,96%, Udc 0,66%, Unione Popolare 0,52%, La me val Primiero Vanoi Mis 0,51%, Alternativa 0,48% e Giovani per Divina Presidente 0,30%.

Provinciali Trento: i dati parziali dello spoglio

È iniziato alle ore 7 di stamattina lo spoglio alle elezioni per la Provincia autonoma di Trento e, dai dati ufficiosi relativi a 150 sezioni su 527, è avanti, con il 49,19%, il presidente uscente di centrodestra, Maurizio Fugatti, appoggiato dalle liste Noi Trentino per Fugatti presidente, Lega per Fugatti presidente, Fratelli d'Italia, Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (Udc), Forza Italia, La Civica, Partito autonomista Trentino Tirolese (Patt) e Fassa.

Per il centrosinistra è in campo con il 40% Francesco Valduga, appoggiato dalle liste Italia Viva, Campobase, Alleanza Verdi e Sinistra, Fascegn, Casa Autonomia.Eu, Azione e Partito Democratico del Trentino. Filippo Degasperi, che corre con le liste La me Val - Primiero Vanoi Mis, Onda e Unione Popolare, è al 3,84%.

Sergio Divina, il candidato presidente di Giovani per Divina presidente, Noi con Divina presidente e Alternativa Popolare per il Trentino, è al 2,46%. Marco Rizzo, con il sostegno della lista Democrazia Sovrana e Popolare, è al 2,20%, Alex Marini, candidato del Movimento 5 Stelle, è all'1,85% e la candidata Elena Dardo, con l'appoggio di Alternativa, è allo 0,47%.

Provinciali Bolzano: i dati parziali dello spoglio

Alle elezioni della provincia autonoma di Bolzano sono risultati validi 290.299 voti distribuiti tra Svp (34,5%), Team K (11,1%), Süd-Tiroler Freiheit (10,9%), Verdi-Grüne-Verc (9,00%), Fratelli d'Italia (6,00%), Jwa- Wirth Anderlan (5,9%), die Freiheiltichen (4,9%), PD - Partito Democratico (3,5%), Für Südtirol mit Widmann (3,4%), Lega Salvini-Uniti per l'Alto Adige (3,00%), La Civica (2,6%), VITA (2,6%), Movimento 5 Stelle (0,7%), Enzian (0,7%), Forza Italia (0,6%), centrodestra (0,6%). Emerge, si legge sul sito della Provincia autonoma di Bolzano, dall'esito ufficioso dei risultati elettorali.

Secondo i dati provvisori il calcolo per l'attribuzione dei mandati nel Consiglio provinciale prevede 12 partiti rappresentati in consiglio e questa assegnazione ufficiosa: Svp 13 seggi, Team K 4, Süd-Tiroler Freiheit 4, Verdi-Grüne-Verc 3, Fratelli d'Italia 2, JWA - Wirth Anderlan 2, die Freiheitichen 2, Partito Democratico 1, Für Südtirol mit Widmann 1, Lega-Uniti per l'Alto Adige 1, La Civica 1, Vita 1, zero a Movimento 5 Stelle, Enzian, Forza Italia e centrodestra.

Lega giù al 3%: unico eletto non è del Carroccio

"Terremoto" nella Lega altoatesina che alle provinciali scende dall'11,1% di cinque anni fa al 3%. Nessuno degli eletti del 2018 è stato riconfermato e l'unico eletto della lista, il sindaco di Laives Christian Bianchi, non è del Carroccio. Duro il commento dell'assessore uscente Massimo Bessone. «La Lega è un ideale, la Lega è federalismo e autonomia. Purtroppo questi valori molto alti sono stati mal interpretati e sono stati fatti troppi personalismi qui in Alto Adige», ha detto Bessone. «Non puoi cercare di comprare Maradona quando sei allenato da Oronzo Canà. Qualcuno ha voluto distruggere e ha distrutto. È un peccato. Invece di puntare sul bene degli elettori del partito si è cercato di personalizzare il partito e di distruggere chi era forte e amato». In merito al fatto che l'unico eletto sulla lista del Carroccio non sia neanche leghista, ovvero Bianchi, Bessone ha detto che «Bianchi ha colto l'occasione e ha fatto il suo gioco. Gli è stato fatto questo regalo di fronte al regalo fatto da lui a Bosatra alle scorse politiche. La Lega purtroppo non è più della Lega. Di tutti gli eletti della scorsa legislatura, incluso due assessori e un presidente del consiglio, nessuno è più presente. Senza rappresentante in consiglio provinciale sarà difficile presentarsi alle comunali».

Alto Adige, Team K e Vedi: «Soddisfatti»

C'è una soddisfazione contenuta da parte del Team K che ha perso due seggi rispetto alle precedenti elezioni del 2018. «Alla fine uno spera sempre in qualcosa di più, il trend ci dava in crescita. Ci siamo fermati a 4 seggi, comunque siamo il secondo partito più votato in Provincia e questo è comunque un risultato rispettabilissimo, ci siamo affermati ad alti livelli e con questo si può lavorare», così il leader del Team K , Paul Köllensperger.

«Noi in questi cinque anni ci siamo contraddistinti dall'essere il partito più forte dell'opposizione che controlla la Giunta, anche per bene. I nostri temi erano il caro visti, il costo delle case, gli stipendi, lo stop alla svendita delle nostre Dolomiti. Purtroppo questa campagna elettorale ha premiato molto di più chi parlava di criminalità e immigrazione, sono i temi notoriamente più delle destre», conclude Köllensperger. Soddisfazione anche in casa dei Verdi altoatesini che confermano i loro tre seggi in Consiglio provinciale. La leader Brigitte Foppa dice: «Sono molto contenta, 9 per cento, oltre 25.000 voti, è il miglior risultato della nostra storia in consiglio provinciale. Abbiamo una frazione consiliare molto giovane, di colpo sono la più vecchia e questo significa che il futuro dei verdi ora è segnato», così Foppa.

Svp: «Abbiamo perso, difficile governare»

«Abbiamo perso. Questo è fuori discussione. Abbiamo perso due consiglieri, mentre avevamo calcolato di perderne uno». Lo ha detto il segretario della Svp Philipp Achammer dopo le provinciali in Alto Adige. «In consiglio provinciale avremo dodici partiti, un numero impressionante. Siamo il partito più forte con 13 consiglieri ma garantire la stabilità sarà molto difficile. Formare una giunta sarà molto difficile. I cittadini evidentemente non hanno avvertito il pericolo di perdita di stabilità politica, ma l'esito elettorale va sempre accettato», così Achammer che ha precisato che sul suo futuro come segretario Svp deciderà il partito. Secondo Achammer, la giunta ha pagato alcune decisioni sofferte prese durante la legislatura, come durante la pandemia. Anche il governatore Arno Kompatscher ha evidenziato la forte frammentazione in consiglio provinciale, «pure con posizioni estreme». L'andamento della Svp è in linea con l'andamento dei partiti popolari in Europa. Nonostante il calo di consensi il presidente ha definito «più che soddisfacente» il fatto che oltre il 60% degli elettori Svp gli abbia dato la preferenza. Il calo di rappresentanti italiani da 8 a 5 è «un dato storico». Lo statuto prevede comunque la rappresentanza italiana in giunta. Kompatscher si è detto soddisfatto del risultato elettorale di Hubert Messner, l'ex primario e fratello di Reinhold a questo punto è l'assessore alla sanità in pectore.

Trentino, affluenza in calo al 58,4%

Alle elezioni provinciali in Trentino si registra un calo dell'affluenza, che rispetto al 2018 scende dal 64,05 al 58,39%. Questo il dato definitivo, dopo la chiusura dei seggi alle ore 22.

In Alto Adige la giunta provinciale Kompatscher ter parte decisamente in salita. La Svp esce decisamente indebolita dalle elezioni provinciali, calando rispetto al 2018 dal 38,8 al 32,9%. Lo stesso vale anche per il partner di coalizione la Lega, che cinque anni fa fu il primo partito di lingua italiana con il 14% ed ora si ritrova al 4%, sorpassata da Fdi e addirittura Pd. Si tratta comunque di dati parziali (55,4% delle sezioni scrutinate). La formazione della nuova giunta sarà tutt'altro che facile, anche a causa di alcuni veti incrociati. Il partito della premier Giorgia Meloni si guadagna, come detto, la prima posizione tra i partiti di lingua italiana con il 7,8%, potendo così rivendicare a pieno titolo un posto in giunta.

LA SITUAZIONE

Nel 2018 si fermò al 2,3%. Il Pd sostanzialmente tiene (scende dal 5,1 al 4,6%). La Civica e la lista no vax Vita stanno al 3,4 e al 2,7%, mentre crollano sotto l'un percento M5s (0,9), Forza Italia (0,8) e la lista Centro Destra dell'ex leghista Filippo Maturi (0,8). Sul versante tedesco si nota una polarizzazione del voto, tra forze di destra e quelle liberali.

Alle spalle della Svp si conferma, nonostante è significativo calo, il Team K dell'ex grillino Paul Köllensperger (10,5 contro il 14,2 del 2018), mentre la Süd-Tiroler Freiheit fondata da Eva Klotz si piazza sul gradino più basso del podio più che raddoppiando il risultato della scorsa tornata elettorale (dal 4,6 al 9,3%). Bene anche i Verdi che salgono dal 6,6 al 8,8%. La vera sorpresa (annunciata per certi versi dal successo sui social) è quella dell'ex comandante degli Schützen Jürgen Wirth Anderlan, che - partendo dal nulla - ha raccolto il 5,3% dei consensi con slogan anti-migranti e no vax. Anche la lista dell'ex assessore Svp Thomas Widmann entra in consiglio provinciale, ma si ferma al 3,5%. Il direttivo della Volkspartei si riunisce domani all'alba per discutere il da farsi. Pesa il voto in linea con i sondaggi più pessimisti. Per quanto riguarda la nuova giunta, la Svp dovrà fare i conti con una Lega indebolita, mentre Fdi busserà con insistenza alla porta. Resta, infine, il rebus del partner tedesco, che per la prima volta sembra indispensabile.


Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Ottobre 2023, 08:58
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