Zuffa in aula sul fondo Salva-Stati Conte attaccato da Meloni, gelo M5s

Zuffa in aula sul fondo Salva-Stati Conte attaccato da Meloni, gelo M5s
Elmo e corazza. Così il premier Giuseppe Conte ieri si presenta a Montecitorio per l'informativa sul fondo Salva-stati, che si trasforma da subito - come da copione - in un duello con i rappresentanti delle opposizioni. Quegli stessi che lo accusano da giorni di mentire e di mettere a rischio i soldi degli italiani. E questa volta il bersaglio non è solo Matteo Salvini (che, punge il premier, «è noto che non studi i dossier») ma pure il «comportamento della deputata Meloni». Davanti all'aula il premier ribadisce che tutti i ministri del passato governo e il Parlamento sono sempre stati informati sulla trattativa portata avanti sul Mes.
Agli attacchi gli interessati hanno risposto a tono. «Se non ci fossero in mezzo i soldi degli italiani mi sarei divertita ad ascoltarla», ha ribattuto la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Lei - ha aggiunto rivolta sempre a Conte - si è presentato come avvocato del popolo, ma noi non la faremo diventare il curatore fallimentare dell'Italia, la fermeremo prima».
«Io non rispondo agli insulti ha tagliato corto Salvini - Chi vive di insulti vive male».
Fatto è comunque che anche nella maggioranza la trattativa sul fondo Salva-stati crea frizioni. Luigi Di Maio tiene il punto: «M5s è compatto più che mai di fronte alla necessità di dover rivedere questa riforma che, ad oggi, presenta criticità evidenti».
Fonti europee, intanto, fanno sapere che la firma del Trattato a dicembre non è necessaria, può avvenire anche uno o due mesi più tardi. E uno spiraglio arriva dalla Germania: «C'è sempre stato spazio per la trattativa per i singoli Paesi» assicura il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, parlando del dibattito italiano sulla possibilità di modifiche e di un rinvio della decisione. (A.Sev.)

Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Dicembre 2019, 05:01
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