Montesano: «Il Conte Tacchia saprebbe tapparle le buche»

Montesano: «Il Conte Tacchia saprebbe tapparle le buche»
segue dalla prima
«L'8 marzo avrà tanto spazio, sul giornale - chiede serio Montesano -. Mi interessa quel che sognano le giovani donne oggi: bello che sognino di essere madri, in tempi di natalità zero. Io ero ammirato dalle staffette partigiane, da Tina Anselmi, Nilde Iotti mi piacerebbe avere una premier donna». Le elezioni sono passate da poco e a Enrico piace parlare di politica: eletto due volta, al Comune di Roma come più votato e all'Europarlamento. «Io, come politico sono in prescrizione: per chi fa l'attore non conviene. E si fa fatica ad essere presente, tra tournèe e set. Ho ammirato Petroselli e il primo Rutelli. Comunque non invidio i politici nuovi: non c'è un corso per esserlo».
Enrico è un'enciclopedia di cultura e orgoglio romano. «Ho scelto l'epoca di Tacchia in cui la città degli antichi fasti e papalina si scopre moderna». Montesano nel giornale ci sta come a casa, figlio di un tipografo. Tra storia e attualità, il gusto della battuta: «Perché l'Isola Tiberina, l'unico punto in cui si guadava il Tevere, è stato il primo Autogrill della storia dove i primi romani vendevano panini ai greci che arrivavano».
Arriva il momento dello sport e la memoria va alla sua Lazio: «Nel 1910 a Roma c'erano solo i laziali, la Roma non l'avevano ancora fondata. Ma negli anni 70-80 io giocavo a pallone con Chinaglia e Falcao».
Il ricordo degli strilloni: «Uno che urlava Paese Sera... Poi i piemontesi portarono le edicole». Scherza e ricorda una scena del suo Conte Tacchia quando sente delle code ai Caf pugliesi per il reddito di cittadinanza: «Il mio conte aggiusta la sedia del re e si diverte a promettere: lui promette, in piemontese, un milione di posti di lavoro e il reddito di sudditanza...»
I complimenti per il ruolo di giudice a Tale e quale. Un amico su Facebook lo rivorrebbe in prima serata: «Beh, lo capisco... La qualità di certi programmi che vedo in seconda e terza serata la si potrebbe proporre. Io questi dei reality non li conosco proprio: ma chi so'?» I modelli di Enrico? «Totò (e lo imita alla perfezione facendo il direttore alla De Curtis, ndr); Buster Keaton e il ciclone Walter Chiari».
Nella miniera Montesano la pepita del Pomata del mitico Febbre da Cavallo. «Gli ippodromi sono in crisi: che peccato, conoscemmo certi personaggi... Uno spiegò a Steno che giocava per colpa del substrato coscienziale...».
Ha una sua idea sulla flat tax e sui finanziamenti per l'arte: «Togliete finanziamenti e abbassateci le tasse». E su Pertini: «Amava la mia gag su di lui: quando venne al Sistina la vide e si alzò in piedi per applaudire e con lui tutto il teatro». (Al. Mo.)

Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Marzo 2018, 05:01
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