Elisabetta Castiglione
Piange il cuore. No, non è possibile. Sarà un

Elisabetta Castiglione
Piange il cuore. No, non è possibile. Sarà un nuovo attentato? Le ferite dei massacri di Charlie Hebdo e del Bataclan si sono appena rimarginate. Adesso, da qualche mese, ogni maledetto sabato c'è l'assalto dei gilet jeunes che tiene in ostaggio la città. La vita per chi vive a Parigi non è facile, quasi in trincea, costantemente in stato di stress. Ieri era una sera finalmente non gelida, con temperature quasi primaverili qui al Nord. Eppure no. Notre Dame è bruciata. Tornavo a casa, ho visto il fumo: ho subito cambiato strada, di corsa davanti alla cattedrale. Siamo una folla. Ci assiepiamo: parigini, turisti. C'è anche il sindaco Anne Hidalgo, arriva il presidente Manuel Macron con la moglie Brigitte. Dolore e stupore. Non manca nessuno. Siamo tutt'uno. Il caldo del fuoco si è fatto più forte e le lacrime hanno cominciato a scendere. L'Ile de la Cité è stata evacuata, i lapilli ci lambiscono, le sirene suonano all'impazzata. È panico. Lacrime, insulti contro improbabili attentatori, contro i pompieri che sembravano non avere mezzi per arginare il fuoco. I telefonini sono impazziti, i gruppi social degli italiani a Parigi sono in tilt. Notre Dame brucia, brucia Parigi, bruciamo anche noi. Tristesse, horror. La gente canta, prega, piange. Èil delirio. Il danno è incommensurabile.
L'anima è in lutto.

Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Aprile 2019, 05:01
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