«È veramente la fine di un'epoca»

La febbre da cavallo, forse, non gli è mai passata. Almeno a giudicare dalle sue ultime dichiarazione. Enrico Montesano aveva infatti deciso di adottare uno dei cavalli che rimarrà orfano dell'ippodromo capitolino di Tor di Valle, dopo la chiusura. «Me lo porterò in campagna per fare delle passeggiate e lo chiamerò Pomata», disse l'attore che evidentemente ha ancora nel cuore quel personaggio (Er Pomata appunto) che ha interpretato insieme a Gigi Proietti nel film Febbre da cavallo, diretto da Steno nel 1976.
E Capannelle? «Sono dispiaciutissimo per la chiusura dell'ippodromo - dice - ma lo ero stato ancora di più quando decisero di chiudere Tor di Valle. Per me è come se si fosse chiusa un'era. Con questa decisione che hanno preso si perde anche una conoscenza, un sapere, come si tratta e si allena un cavallo. Da sport più ricchi un aiuto al trotto proprio non poteva arrivare? Bisogna aiutare questo settore, anche togliendo le pesanti tasse che ci sono sopra. Sono molto avvilito».
Che ricordo ha dei cavallari? «E un mondo a parte, col film di Steno raccontammo uno spaccato realistico come mai della società. C'erano personaggi che studiammo, gente che viveva per il mondo del cavallo, non ludopatici, ma cavallari. C'è un mondo a parte tra questi due termini». Certo Capannelle è galoppo e Tor di Valle era trotto: «Anche questo è un altro mondo, due sport diversissimi e con appassionati diametralmente opposti».
(F. Pas.)

Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Dicembre 2018, 05:01
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