Comencini: «Le streghe? Sempre di moda, donne che non stanno un passo indietro»

Michela Greco
ROMA «Le streghe son tornate? Di sicuro sono spesso di attualità: donne ribelli, libere e forti che si esprimono diversamente da come ci si aspetterebbe. Possono essere vecchie, non piacenti, senza un uomo accanto, sicuramente non un passo indietro». Francesca Comencini, regista con Susanna Nicchiarelli e Paola Randi dei sei episodi di Luna nera, terza serie originale italiana Netflix disponibile da venerdì sulla piattaforma, esprime con chiarezza l'approccio femminista di questo inedito progetto fantasy.
Una serie non solo diretta, ma anche scritta da sole donne: basata sul romanzo Le città perdute. Luna nera, è sceneggiata dalla sua autrice Tiziana Triana con Francesca Manieri, Laura Paolucci e Vanessa Picciarelli. Ambientata in Italia nel 16° secolo, ruota intorno ad Ade (Antonia Fotaras), levatrice sedicenne che trova accoglienza in una comunità di donne dagli strani poteri dopo essere stata accusata di stregoneria e quindi perseguitata. Le ragazze oppongono misteriosi incantesimi all'intolleranza di una società oscurantista che ha la sua avanguardia nei Benandanti, i cacciatori di streghe, tra le cui fila c'è il papà del ragazzo di cui si innamora Ade (Giorgio Belli), un giovane colto che, invece, cerca di contrastare le credenze con la scienza. «Esiste una ricca letteratura sulle streghe ha spiegato la sceneggiatrice Laura Paolucci ma delle storie di queste donne ci restano solo testimonianze scritte da uomini, oppure le loro confessioni estorte. Partendo da informazioni così limitate abbiamo potuto immaginare chi fossero e dar loro voce e poteri». «È un progetto divertente e intelligente ha aggiunto Susanna Nicchiarelli con cui portiamo al grande pubblico temi seri come la paura del diverso, la ricerca del capro espiatorio, la conoscenza opposta all'ignoranza».
E con cui, dice orgoglioso il produttore Domenico Procacci, «abbiamo accolto la sfida di creare una serie fantasy a partire dalle tante storie che fanno parte della cultura italiana e che spesso, anziché raccontare noi, ci lasciamo saccheggiare». Ma di sfida, come ha sottolineato Francesca Comencini, ce n'è soprattutto un'altra: «La più grande utopia del nostro tempo è trovare per uomini e donne un modo diverso di stare al mondo insieme, in cui gli uomini sfuggano alla tentazione del dominio e le donne a quella della sottomissione».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Gennaio 2020, 05:01
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