In cinquemila per Liliana Segre

In cinquemila per Liliana Segre
Giulia Gotelli
La nonna tiene il nipotino per mano. Camminano sotto la pioggia e lei racconta al bimbo chi sia Liliana Segre e perché si stiano dirigendo al Binario 21. Lo stesso binario da cui la senatrice, ebrea, nel 1944, a 13 anni, fu caricata e deportata col padre ad Auschwitz. Lei tornò, lui no. «Ricordala perché è custode della memoria», raccomanda la nonna.
Con questa coppia-simbolo c'erano altre cinquemila persone, incuranti del maltempo, ieri al presidio Milano non odia: insieme per Liliana. Il sit in era promosso da associazioni come Bella Ciao, Milano!, Anpi e Aned davanti al Memoriale della Shoah, in Stazione Centrale, per rispondere agli insulti web e agli attacchi antisemiti che hanno costretto la parlamentare ad accettare la scorta. A tutti gigli bianchi di solidarietà, che richiamano il nome Liliana e che simboleggiano il suo orgoglio e la sua fierezza. Al presidio anche i figli di Liliana Segre: Federica, Luciano e Alberto, la vicesindaca Anna Scavuzzo e politici bipartisan. Lette poesie e messaggi di solidarietà: «Milano non odia e questa è la testimonianza dell'impegno a non arrendersi mai all'intolleranza», ha dichiarato la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani.

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Novembre 2019, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA