Isis, decapitati 25 membri di una tribù
a Ramadi: "Ora bruceremo gli Usa"

Isis, decapitati 25 membri di una tribù a Ramadi: "Non volevano unirsi agli jihadisti"
ROMA - Lo spettro dello Stato islamico torna a manifestarsi nonostante le disfatte militari patite sul campo: i seguaci di al Baghdadi hanno lanciato una feroce controffensiva su Ramadi, la capitale della provincia irachena di Anbar, macchiandola del sangue di 25 persone decapitate, mentre sui social media minacciano di voler «bruciare l'America in un nuovo 11 settembre».



L'assalto contro Ramadi è stato preceduto dall'esplosione di almeno un'autobomba e da un attacco kamikaze: nel sobborgo di Albu Faraj, i jihadisti hanno preso di mira le centinaia di famiglie che si davano alla fuga piazzando dell'esplosivo sul ponte che porta verso Ramadi. Nella zona, ora controllata dall'Isis, sono state decapitate almeno 25 persone, 37 secondo altre fonti. Secondo quanto riferito dai media arabi, i membri dell'omonima tribù del sobborgo si erano rifiutati di consegnare le loro armi e di unirsi ai jihadisti in vista della battaglia contro le forze governative di Baghdad. Il premier iracheno Haidar al Abadi ha infatti annunciato che dopo «la liberazione di Tikrit» l'offensiva anti-Isis si sarebbe rivolta proprio verso la regione di al Anbar. E non più verso Mosul, autoproclamata capitale dello Stato islamico nel nord del Paese. Intanto, l'Isis torna a spargere orrore e terrore: a Falluja è stata pubblicata e annunciata nelle moschee una lista di 100 persone da uccidere «perché non hanno giurato fedeltà» al Califfato. La città è circondata dalle forze irachene e dagli alleati sciiti che si preparano a riconquistarla. A sud della 'capitale' Mosul, i jihadisti hanno invece ucciso a sangue freddo con colpi di arma da fuoco alla testa una decina di «medici che si erano rifiutati di prestare cure ai miliziani feriti».



La strage è stata ripresa in un video diffuso dai canali satellitari iracheni. E continua anche la guerra di propaganda: lo Stato islamico ha lanciato una campagna mediatica sui social creando l'hashtag #WewillBurnUSAgain (bruceremo ancora l'America) minacciando un altro 11 settembre e attacchi dei lupi solitari. Lo riferisce la direttrice del Site, Rita Katz. Altre fonti hanno segnalato in precedenza l'imminente pubblicazione del video «Bruceremo l'America».
Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Aprile 2015, 11:32
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