Abercrombie&Fitch, la storia dell'ascesa e della caduta del brand in un documentario Netflix

I lati lati oscuri dietro al successo planetario del marchio, dal 19 aprile

Abercrombie&Fitch, la storia dell'ascesa e della caduta del brand in un documentario Netflix

di Elena Fausta Gadeschi

Chi era adolescente una dozzina di anni fa potrà ricordare le lunghe code fuori dagli store di Abercrombie&Fitch, il profumo intenso e vagamente dolciastro che aleggiava nella via, la musica a tutto volume, i modelli, a petto nudo anche in inverno, pronti per una foto ricordo.

Leggi anche > L'adolescenza schiava dei like: come i modelli inarrivabili dei social fanno male ai ragazzi

Abercrombie&Fitch, la storia del brand in un documentario Netflix

Ebbene, cosa resta oggi di quel sogno di eterna giovinezza? Il documentario White Hot – L'ascesa e la caduta di Abercrombie&Fitch, disponibile dal 19 aprile su Netflix, ripercorre la storia del brand, dalla rapida ascesa al crollo vertiginoso sotto il peso di una crisi finanziaria che ha portato alla chisura di moltissimi negozi in tutto il mondo.

Diretto e prodotto da Alison Klayman, il docu-film racconta i lati oscuri celati dietro al successo planetario del marchio.

A partire dalle discutibili politiche adottate durante la selezione del personale – commessi belli, alti, palestrati e, possibilmente, bianchi preferiti a ragazzi diversi per etnia, taglia, identità religiosa e disabilità fisiche. Un goffo tentativo di affermare una bellezza esibita e standardizzata, in nome di un sogno americano che, nell'era dell'inclusione e della body positivity, risulta ancora più anacronistico e inaccettabile.

Oggi il marchio, fondato oltre un secolo fa dall'imprenditore David T. Abercrombie insieme all'avvocato Ezra Fitch, esiste ancora ma per sperare di sopravvivere alla spietata concorrenza ha dovuto adattare la sua immagine a una nuova sensibilità dei clienti, ingaggiando modelle disabili e testimonial plus size. Il risultato? Quasi irriconoscibile, ma non è detto che basterà questo rebranding per ricostruire da zero la reputazione di una label che non ha mai voluto essere davvero inclusiva.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Aprile 2022, 23:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA