Tamara Pisnoli, parla l'imprenditore vittima di estorsione: «Dava ordini come un boss, disse "ammazzatelo"»

Antonio Ieffi parla dopo la condanna a sette anni e due mesi per l'ex moglie di Daniele De Rossi

Tamara Pisnoli, parla l'imprenditore vittima di estorsione: «Dava ordini come un boss, disse "ammazzatelo"»

di Redazione web

Tamara Pisnoli, l'ex moglie dell'ex calciatore della Roma Daniele De Rossi, è stata condannata a sette anni e due mesi per tentata estorsione ai danni di Antonio Ieffi, imprenditore 44enne che oggi, alla luce della sentenza, vede con più chiarezza i fatti che si sono succeduti a partire dal marzo 2013 e li ha ripercorsi in un'intervista rilasciata al Messaggero. 

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La cattiveria contro De Rossi

Ieffi conobbe Tamara perché era la fidanzata di un amico che, come lui, amava frequentare salotti, ristoranti e locali alla moda. La prima impressione fu molto positiva: «Non era solo bella e simpatica. Era anche molto intelligente e sveglia. Avevo capito che aveva fiuto per gli affari ecco perché non mi sono sorpreso quando ha chiesto di entrare in quello del fotovaltaico di cui mi occupavo in quel momento». Il primo segnale che - col senno di poi - avrebbe dovuto far scattare l'allarme riguarda l'ex marito De Rossi: la Pisnoli si lamentava dei soldi che le erano stati accordati, una cifra ingente. «In quell’occasione ho colto, per la prima volta, molta cattiveria», ha detto Ieffi.

L'ordine choc: ammazzatelo

 

Poi la situazione è precipitata: «Tamara e il mio amico si sono lasciati, lei poco dopo mi ha chiesto di uscire dall’affare.

Ci siamo incontrati in un bar e lei si è presentata con il fratello dell’ex fidanzato, Francesco Milano e con Francesco Camilletti. I toni si sono fatti subito accesi e la richiesta non era solo per il bonifico della Pisnoli, ma di 200 mila euro». All'incontro sccessivo, due guardie del corpo costrinsero l'imprenditore a seguirle a casa di Tamara, un attico all'Eur: «Non appena sono entrato nella stanza - ricorda - ha dato l’ordine come un boss “questo non vuole pagare, pensateci voi”. Erano in sei e a turno mi hanno riempito di calci e pugni». Poi l'ordine che toglie il fiato: “fategli pulire il sangue, portatelo a fare il bonifico e poi ammazzatelo”. Per sopravvivere, Ieffi si è finto morto: le guardie lo hanno lasciato su un marciapiede e da lì ha chiesto aiuto. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Febbraio 2023, 19:06
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