Roma, il cuoco di San Lorenzo che ha sventato uno stupro: «Minacciava la ragazza con un cacciavite»

Alessio, cuoco di professione, ha assistito all'aggressione ed è intervenuto per salvare Alessandra, una ragazza di 22 anni che è stata aggredita alle spalle

Roma, il cuoco di San Lorenzo che ha sventato uno stupro: «Minacciava la ragazza con un cacciavite»

Alessandra è stata salvata da uno stupro. Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 maggio, la 22enne, si trovava nel quartiere di San Lorenzo a Roma quando, dopo la mezzanotte, è stata avvicinata da un cittadino marocchino di 42 anni e in pochi secondi è stata aggredita. Fortunatamente per lei, la scena è stata vista da Alessio che è riuscita a mettere in fuga il suo aggressore.

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«Quell’uomo mi ha presa alla sprovvista, mi ha puntato un cacciavite alla gola, non ho avuto neanche la forza di urlare - ha raccontato la giovane -. Ero terrorizzata. Poi è arrivato questo ragazzo, si è avvicinato e ha chiesto se ci conoscevamo. Lui ha detto di 'si', io ho risposto di 'no'». Così Alessio, militante dell’Atletico San Lorenzo e di professione cuoco, è intervenuto e ha messo in fuga l’aggressore salvandola dallo stupro. 

Il 38enne è stato intervistato da La Repubblica e ha raccontato: «Mi sono avvicinato e ho visto nel buio un ragazzo con il braccio intorno al collo di Alessandra. Ho chiesto loro se si conoscevano. Lui mi ha detto: 'Si, non ti preoccupare, è la mia ragazza'. Gli ho risposto: 'Stai zitto, voglio saperlo da lei'. A quel punto Alessandra, che era rimasta muta, ha preso coraggio. Mi ha ripetuto 'Ti prego aiutami'». A quel punto «gli ho tolto il braccio dalle spalle di Alessandra, l’ho allontanata e poi ho sbattuto quel tipo contro il muro. Abbiamo avuto una colluttazione che è durata alcuni minuti, a un certo punto mi sono sentito come spingere, invece era lui che mi stava colpendo con un cacciavite.

Mi ha preso al braccio, alla pancia e sul petto, vicino al cuore».

«Quando è arrivata la polizia - continua il cuoco, eroe per una notte - gli ho consegnato il cacciavite, ho descritto sommariamente agli agenti quel tizio che nel frattempo era scappato nella strada accanto. L’hanno trovato sdraiato in terra. Alessandra ormai era salva e il giorno dopo, alle otto, dovevo attaccare al lavoro: sono andato a casa a dormire. Altrimenti avrei fatto inutilmente l’alba in commissariato per formalizzare gli atti. C’erano altri due testimoni. E poi era tutto buio, quel tizio non saprei riconoscerlo».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Giugno 2022, 16:45
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