Michelle Causo, raid degli amici: in 100 devastano la casa del killer, distrutta parte dell'arredamento

Un mese fa l'omicidio della 17enne a Roma. La madre: 'Giustizia'

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di Redazione web

La manifestazione indetta nel pomeriggio dal 'Comitato Torrevecchia Primavalle, in ricordo di Michelle Causo, si stava svolgendo alla presenza di circa una ventina di persone senza criticità. In maniera estemporanea, però, un gruppo di circa cento ragazzi, tra i 15 e i 18 anni, si è radunato per le vie del quartiere Primavalle a Roma per poi raggiungere l'abitazione del ragazzo di 17 anni arrestato per l'omicidio di Michelle Causo.

 

Danni nell'appartamento del killer di Michelle

Arrivati lì, alcuni dei ragazzi hanno aperto con violenza il portone della palazzina, per poi, una volta entrati in casa, forzando i sigilli, danneggiare l'appartamento. Sul posto era presente la Polizia Scientifica che ha ripreso tutti i partecipanti a questa iniziativa, totalmente estemporanea ed improvvisa. Molti di loro, già identificati, verranno deferiti all'autorità giudiziaria per i reati che gli verranno ascritti.

Hanno divelto quadri e spaccato mobili fino a che la polizia non li ha bloccati. La Scientifica, presente sul posto, li ha identificati e per quelli che sono saliti nella palazzina di via Dusmet si procederà con il deferimento all’autorità giudiziaria.

L’INIZIATIVA

Doveva essere appunto una marcia pacifica che era stata promossa in prima battuta dagli amici più intimi della ragazzina, fidanzato compreso. Ma dei cento partecipanti che si erano ritrovati nel “Bronx” sotto casa di Michelle Maria Causo, un gruppo una volta arrivato in via Stefano Borgia - luogo del ritrovamento del corpo - si è staccato e correndo ha raggiunto via Dusmet. Non ci hanno messo molto. A spallate hanno aperto il portone e sono saliti mentre in strada, poco prima dei disordini, i genitori della ragazzina, comprensibilmente provati per quanto accaduto alla loro figlia, sono tornati a invocare «giustizia». Gianluca Causo, padre di Michelle, ha urlato «ergastolo per il suo assassino». «Mia figlia a casa non ci torna - ha continuato - quel ragazzo aveva precedenti per rapina e per aver rubato l’identità alle ragazzine.

Tre volte avevano proposto gli assistenti sociali alla madre, che puntualmente li ha rifiutati. Se li avesse accettati, tutto questo non sarebbe successo. E lo Stato non ha fatto niente».

«Dove sta lo Stato? Hanno ammazzato una ragazza! Giustizia!». Lo hanno gridato alcuni giovani presenti al corteo per ricordare Michelle Causo, la ragazza di 17 anni uccisa un mese fa nel quartiere Primavalle, a Roma. E poi hanno bloccato il traffico per qualche minuto, colpendo anche un'auto ferma. «Qui non si passa!», hanno urlato costringendo i veicoli a fare retromarcia. «Le donne non si toccano!», hanno aggiunto in coro. Ci sono stati momenti di tensione durante la manifestazione, a cui hanno partecipano anche i genitori e il fidanzato di Michelle, che ha sfilato nel tardo pomeriggio per le vie del quartiere della periferia romana. Il corteo è partito dalla chiesa di Santa Maria della Presentazione per giungere il luogo dove il 28 giugno è stato trovato il cadavere della ragazza, lasciato in un carrello della spesa vicino a dei cassonetti dei rifiuti. «Giustizia» ha gridato ancora un gruppo di giovani facendo irruzione nello stabile in via Dusmet, dove Michelle è stata uccisa e dove abitava il ragazzo di 17 anni che è stato arrestato per il suo omicidio. Un blitz di pochi minuti gridando insulti e lasciando cartelli all'entrata con su scritto «Stop alla violenza».

Ma non solo. Secondo la polizia, che li ha poi identificati, al corteo, che inizialmente si svolgeva con una ventina di persone in modo del tutto pacifico, si sono aggiunti un centinaio di ragazzi tra i 15 e 18 anni: hanno prima bloccato il traffico, poi colpito un'auto. Un gruppo ha aperto con violenza il portone della palazzina dove abitava l'arrestato, poi forzati i sigilli è entrato danneggiando l'appartamento.

Il blitz nell'abitazione si è svolto tra fischia e urla in strada. Con vari residenti affacciati ai balconi. «Voglio che lo Stato cominci a fare qualche cosa. Questa tragedia ci ha toccato troppo da vicino e nessuno vuole la violenza, in primis Michelle. Queste cose devono finire per sempre. Chiedo solo che lo Stato faccia il proprio lavoro, un delinquente del genere non doveva stare dove stava», ha detto la mamma di Michelle Causo, al termine del corteo.


Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Luglio 2023, 07:37
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