Manuel Bortuzzo, l'agguato una anno fa: «Quella notte è cambiato tutto, ma ora mi sento molto più forte»

Manuel Bortuzzo, l'agguato una anno fa: «Quella notte è cambiato tutto, ma ora mi sento molto più forte»

di Emilio Orlando
Quella notte di un anno fa il sogno di Manuel Bortuzzo, di diventare un campione di nuoto s'infrangeva per sempre. Era il 3 febbraio e la storia commosse l'Italia intera. La promessa del nuoto ricorda quella notte. Lo fa con gli occhi seri e il sorriso: «Come mi sento? - dice - sicuramente più forte di un anno fa».
Per ricordare o forse per sfatare questo triste anniversario Manuel si è fatto un regalo: «Un tatuaggio sul braccio, vi piace?», indica sorridendo. E ancora: «Il mio mantra ora è uno solo, me lo ripeto sempre, sono quattro lettere: daje».

Sotto i colpi di pistola, durante un agguato nel quartiere Axa, l'atleta professionista ventenne originario di Trieste rimase paralizzato ed ancora oggi è costretto su una sedia a rotelle. Dopo un'indagine lampo della squadra mobile capitolina, i due responsabili della sparatoria, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, poco più che ventenni entrambi, vennero arrestati e condannati per tentato duplice omicidio aggravato a sedici anni di carcere. Quella maledetta nottata tra il 2 ed il 3 febbraio del 2019 Manuel si trovò al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Infatti, poco prima che avvenisse la sparatoria, nel pub che si trova poco distante scoppiò un rissa dove i due sicari rimasero coinvolti. Subito dopo, per vendicare il torto presero un'arma che tenevano nascosta e tornarono per una rappresaglia. Bortuzzo, che stava vicino un distributore automatico di tabacchi insieme alla fidanzata venne scambiato dai due per la persona con la quale avevano discusso poco prima nella birreria. Tre colpi di pistola, uno dei quali colpì lo sportivo alla schiena, sparati da Daniel Marinelli mentre il complice guidava il motorino, rovinarono per sempre la vita e la serenità di Manuel e della sua famiglia.

I medici del San Camillo, con un complesso e delicato intervento di neurochirurgia estrassero il proiettile che si era conficcato tra due vertebre lombari. L'operazione riuscì brillantemente, però l'ogiva aveva lese gravemente il midollo spinale, tanto da creare il blocco delle gambe e la paralisi. Da quel momento, la forza di volontà di Manuel diventa vulcanica. Ora è tornato a nuotare grazie alle cure della fondazione Santa Lucia. Un sogno? «Adesso voglio un figlio».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Febbraio 2020, 08:50
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