25 NOVEMBRE

Giornata contro la violenza sulle donne, «bruciamo tutto, siamo in 500mila»: marea fuscia al Circo Massimo

Giornata contro la violenza sulle donne, l'Italia scende in piazza

Una marea fuscia "invade" Roma: «Siamo 500mila, per Giulia e per tutte»

C'è da giurare che nessun concerto ospitato in Piazza San Giovanni a Roma sia mai stato così rumoroso. I mazzi di chiavi agitati in aria, gli slogan gridati per sovrastare il vento forte, i tamburi. Il rumore che è vita, rabbia, voce per chi non ce l'ha più, contro il silenzio che è rassegnazione e morte. E così una marea fucsia ha risposto all'appello di Non una di meno nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e ha invaso le strade della Capitale nella manifestazione principale, 'Per Giulia, per tuttè. «Siamo 500mila», hanno detto dal palco le organizzatrici. Ma sono tante le piazze che si sono riempite in tutta Italia per ricordare i 107 femminicidi dal primo Gennaio, perché non ce ne siano più.

«La violenza sulle donne è una velenosa gramigna che affligge la nostra società», ha scritto il Papa su X. «Dietro queste violenze c'è il fallimento di una società. Le donne devono essere libere di essere libere», sembra fare eco il presidente Sergio Mattarella, per arrivare alle parole della premier Giorgia Meloni: «Siamo libere e nessuno può toglierci quella libertà, nessuno può pensare che siamo nel loro possesso». I politici e i sindacalisti sono scesi nelle piazze senza bandiere, senza simboli come Elly Schlein, Giuseppe Conte e Maurizio Landini. Ma ci sono pure i vip: Paola Cortellesi, Fiorella Mannoia, Noemi, Malika Ayane. Poi Luca Zingaretti, Ferzan Ozpetec a Roma, Chiara Ferragni a Milano: «Dovremmo esserci tutti qui», dice dietro un paio di occhiali da sole insieme a 30mila manifestanti. C'è anche il sindaco Beppe Sala: «Il 37% delle donne non ha un conto corrente», spiega, invitando a riflettere. A Roma sfilano anche le bandiere palestinesi, come annunciato nei giorni scorsi, invito che ha dato vita a non poche polemiche: «Siamo contro ogni forma di violenza», dice una studentessa.

Anche a Messina, l'altra manifestazione organizzata da Non una di meno, sventolano le bandiere palestinesi: «Se gli ebrei vogliono parlare anche loro sul palco possono farlo, noi non siamo contro gli ebrei, ma contro i sionisti, lo Stato di Israele che sta facendo dei massacri a Gaza. Siamo in democrazia quindi tutti possono parlare. I fatti contano non le parole», ha precisato Rene Abu-Rub, originaria della Cisgiordania. E poi c'è Elena, sorella di Giulia, piena di dolore ma in prima linea, che chiede su Instagram, ancora una volta, una reazione a tutti: «Affinché nessuno più debba sentire il vuoto che sento io, il dolore lancinante che nel buio della mia camera sento incessantemente, dobbiamo reagire. Ci deve essere un cambiamento, una rivoluzione culturale, che insegni il rispetto, l'educazione, l'affettività. Che insegni ad accettare i no, che insegni che le donne non sono proprietà di nessuno». Poche ore prima era stato il papà Gino a postare un fiocco rosso e un semplice appello: 'Parlate, denunciate, fidatevi!'. Momenti di tensione si sono registrati davanti alla sede di Pro Vita & Famiglia durante il corteo di Non una di meno a Roma. Sono state lanciate bottiglie e fumogeni contro l'edificio che era presidiato dalle forze dell'ordine. Il gruppo di manifestanti si è poi allontanato. Sul posto blindati e agenti in tenuta antisommossa.

«Le forze dell'ordine ci hanno preso a manganellate mentre facevano un'azione con fumogeni e scritte sul muro», raccontano alcune manifestanti. «Due ragazze sono rimaste ferite - dice un'attivista - una al viso, che è stata portata in ospedale, l'altra alla testa». Di questa giornata così partecipata e sonora resterà l'immagine del Circo Massimo gremito e fucsia, dove è stato dapprima chiesto il silenzio e di stare seduti, poi di alzarsi esplodendo nel grido: «Insieme siam partite, insieme torneremo. Non una, non una, non una di meno».

Momenti di tensione davanti sede Pro vita in viale Manzoni

Tensioni tra manifestanti e forze ordine davanti alla sede di Pro vita e famiglia in viale Manzoni a Roma durante il corteo di Non una di meno. Alcuni manifestanti hanno acceso fumogeni e lanciato bottiglie contro la sede che era presidiata dalle forze dell'ordine. Poi il gruppo di manifestanti si è allontanato e al momento sul posto ci sono blindati della polizia e agenti in tenuta antisommossa. La situazione è ora tornata alla calma.

Corteo a Roma: "Siamo 500mila"

«Roma è invasa dalla marea fucsia. Siamo almeno almeno 500mila». La stima è delle organizzatrici del corteo contro la violenza sulle donne promosso da Non una di meno dal Circo Massimo a Piazza San Giovanni.

50 mila al Circo Massimo

Sono circa 50mila, a quanto si apprende, i partecipanti al corteo organizzato dal movimento 'Non una di menò in occasione della giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne. Il corteo, arrivato all'altezza della Fao, è diretto a piazza San Giovanni.

Marea fucsia al Circo Massimo: "Per Giulia e per tutte"

La marea fucsia si comincia a riunire al Circo Massimo. La Capitale si mobilita per la Giornata internazionale contro la violenza di genere, e «Non Una di Meno» chiama la marea in piazza per l'ottavo anno consecutivo, «con più rabbia che mai». Migliaia già le persone riunite con i volti segnati di rosso.

O con dei fazzoletti al collo. Per Giulia, per le tante, troppe, vittime di femminicidio. Urlando in coro «ci vogliamo vive. Contro il patriarcato». E contro le misure «insoddisfacenti» del governo, tra poco la marea fucsia partirà dal Circo Massimo per raggiungere piazza San Giovanni.

Migliaia alla manifestazione del Circo Massimo

Con in testa un grande striscione «Transfemministe ingovernabili» è partito dal Circo Massimo il corteo di Non una di meno contro la violenza sulle donne, diretto a San Giovanni. Ad aprire la manifestazione lo spezzone dei centri antiviolenza. «Oggi i maschi stanno dietro» dicono gli organizzatori al megafono dal camion dove ci sono anche alcuni bambini. A sfilare anche una delegazione dei palestinesi.

Il Papa: violenza sulle donne velenosa gramigna che affligge la nostra società

«La violenza sulle donne è una velenosa gramigna che affligge la nostra società e che va eliminata dalle radici. Queste radici crescono nel terreno del pregiudizio e dell'ingiustizia; vanno contrastate con un'azione educativa che ponga al centro la persona con la sua dignità». Lo afferma papa Francesco su X, l'ex Twitter, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

"Il patriarcato uccide", a Milano 30mila in piazza

Un minuto di rumore con le chiavi, con gli applausi, con le urla, con i fischietti. Così si è conclusa la manifestazione contro la violenza sulle donne a Milano intitolata 'Il patriarcato uccidè. Secondo gli organizzatori, hanno partecipato oltre 30mila persone, tanto che ci sono stati problemi nella piazza davanti al Castello che non riusciva a contenere tutti. Alcune persone che erano schiacciate sono state male. «Per Giulia e tutte queste donne non facciamo un minuto di silenzio ma bruciamo tutto», hanno scandito più volte dal palco alla fine della lettura dei nomi delle oltre 100 vittime del 2023.

Chiara Ferragni in piazza: dovremmo esserci tutti

Nella piazza di Milano contro la violenza sulle donne stamani c'era anche Chiara Ferragni. L'influencer e imprenditrice, che si è battuta contro la violenza nei confronti della donne anche dal palco di Sanremo, era presente con un cartello con la scritta 'We should all be feminists', dovremmo tutti essere femministi. Nonostante gli occhiali da sole si è vista la sua commozione quando dal palco sono stati letti i nomi delle donne uccise nel 2023. «È un dovere di tutti quanti essere qui - ha detto -. Sono qui da cittadina e dovremmo esserci tutti in questa piazza oggi. Sì mi sono commossa, penso tutti quanti. È stato un momento importante e sono veramente felice di essere qua. Immagino sia stato per tutti così».

Von der Leyen: serve legge Ue anti-violenza

«Il primo diritto delle donne è quello di essere libere dalla violenza». Per questo «dobbiamo varare la prima legge Ue per combattere la violenza contro le donne». Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Il papà di Giulia: parlate e denunciate

«Parlate, denunciate, fidatevi!»: è il commento che Gino Cecchettin affida a Instagram, nella Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Il papà di Giulia pubblica sul social l'immagine del fiocco rosso, simbolo della giornata.

Mattarella: non bastano indignazioni a intermittenza

«Il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell'esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. Ad esso non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza. Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Mattarella: dietro violenze a donne il fallimento della società

«Drammatici fatti di cronaca scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio. La pena e il dolore insanabili di famiglie e di comunità ferite sono lo strazio di tutti. Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c'è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Giornata contro la violenza sulle donne, l'Italia scende in piazza
Ultimo aggiornamento: Sabato 2 Dicembre 2023, 14:13
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