Coronavirus, il grido di allarme di associazioni e società sportive dilettantistiche: «Lo sport rischia di finire Ko.»
Soprattutto lo sport di base composto dalle migliaia di piccole associazioni e società sportive dilettantistiche no profit che sopravvivono grazie all’impegno dei propri dirigenti e al sostegno dei propri associati, che in questo momento storico, però, non possono svolgere attività sportiva organizzata. A causa di queste disposizioni, necessarie al contenimento dell’epidemia, le associazioni si trovano a perdere i contributi utili a coprire i costi di gestione (affitti, utenze, personale), che a differenza di un’impresa tradizionale che attraverso il profitto può sperare in una riprese futura e ad un recupero dei costi, il no profit, invece, non ha questa possibilità, ma si ritrova ugualmente a dover saldare le spese arretrate.
Questo comporterà, se non si prenderanno al più presto dei provvedimenti, la chiusura definitiva di tante palestre, circoli, scuole di ballo o altri luoghi deputati all’allenamento e all’attività sportiva, dove da sempre fin da bambini siamo stati abituati a svolgere ed esercitare la pratica sportiva della disciplina che amiamo. “Non dobbiamo lasciare sole le nostre ASD e SSD”, dichiara il coordinatore del Movimento Sportivo Popolare Lazio, Matteo Miccio, “che rappresentano il tessuto connettivo dello sport dilettantistico, per questo chiediamo a nome dei nostri affiliati alle Autorità Locali, alla Regione e al Governo, così come ha opportunamente fatto la giunta del CONI, di considerare nei provvedimenti che si stanno adottando in queste ore a sostegno del mondo delle imprese, l’inclusione anche del mondo sportivo dilettantistico formato da quella straordinaria costellazione di piccole associazioni e società sportive che attraverso il volontariato e l’impegno di moltissimi riescono a svolgere una straordinaria funzione sociale“.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Marzo 2020, 16:31
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