Giovanna Vivinetto racconta: «Dopo il licenziamento, sono rimasta sotto shock. Per qualche giorno mi sono sentita colpevole, incapace di insegnare, come se il problema fossi io. Ancora oggi, le persone transessuali e le minoranze sessuali subiscono delle discriminazioni molto forti: lotto per tutti coloro che non hanno la forza e il coraggio per esporsi. La transessualità è ancora oggi un tabù, ma insieme possiamo dimostrare che un docente transessuale può, anzi deve essere la normalità. Mi auguro che possiate unirvi a me. Siamo tutti uguali, siamo tutti persone, non ci sono differenze».
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Nel suo appello, pubblicato sulla piattaforma Change.org, Giovanna chiede all'Istituto Kennedy di prendere coscienza dell'errore commesso; alla comunità Lgbt e a tutte le reti che tutelano le minoranze in difficoltà di operare una capillare sensibilizzazione sulle discriminazioni di genere; ai sindacati di fare chiarezza sul suo caso per evitare che altri lavoratori siano sottoposti alle stesse discriminazioni; al Ministero dell'Istruzione di avviare un'ispezione su tutte quelle scuole che assumono docenti con contratti poco chiari, mettendo poi in atto «dinamiche oscure e spesso illegittime per licenziarli». «Grazie di cuore per tutta la solidarietà che - sottolinea - mi avete dimostrato, in questi giorni la mia petizione su Change.org ha già superato le 13mila firme.
Mi auguro che possiate unirvi a me, è necessario far firmare più persone possibili per far sì che discriminazioni di questo tipo non si ripetano più». E a Change.org dice: «E stato il sostegno che ho ricevuto da parte degli utenti di Change.org a convincermi a proseguire la mia battaglia, anche a livello legale».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Novembre 2019, 12:27
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