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Tende, saccapeli e pipì: viaggio nel bivacco dei clochard in Duomo
di Giammarco Oberto
Da Abercrombie&Fitch all’angolo tra via Matteotti e via San Pietro all’Orto, la giornata comincia lavando il marciapiedi con abbondanti getti d’acqua. «Devo togliere l’odore di pipì. E lo faccio ogni giorno. Non succede nulla, non cambia nulla» si sfoga il giovane commesso. A tre metri dall’ingresso c’è una colonia di clochard, sempre gli stessi. Una decina, anche di più, e molti con cani. Tarda mattinata, i senzatetto sono in giro, ma c’è la loro “stanza”: cartoni affastellati l’uno sull’altro, coperte, materassi. Dopo una giornata di elemosine tornano, si preparano per la notte, scartano i panini portati dai volontari, aprono il Tavernello, «ogni sera sembra una festa». La toilette è lì a portata: un muro, una colonna, un portone.
Benvenuti nel bivacco più chic del mondo, le vie con portici che circondano il Duomo simbolo di Milano, dove i negozi sfavillanti delle griffe più prestigiose richiamano migliaia e migliaia di turisti da tutto il mondo. E loro sono lì, vivono lì, invisibili ma visibilissimi: decine e decine di senzatetto da tutta Italia, e clochard romeni dai numeri in espansione. Cartoline da piazza Duomo, piazza San Babila, via Borgogna, corso Vittorio Emanuele e tutte le sue gallerie, piazza San Carlo, piazza Diaz: di notte la distesa di sacchi a pelo è impressionante. Tutti hanno cartoni, che in questa zona non sono difficili da reperire, con tutto il via vai di merci per gli scaffali delle boutique. Tanti montano pure igloo e canadesi.
Di giorno cambia poco. Anche a mezzogiorno ci sono ragazzi che dormono sotto le coperte buttate in ogni angolo, quasi tutti con cani di razza tenuti benissimo, tutti con cartelli, «ho fame, aiutatemi». Si piazzano davanti a Celio, Yamamai, Feltrinelli, Mondandori, Ca’ Puccino. I turisti li additano, passano oltre, molti sganciano l’obolo, «soprattutto se c’è il cane, che intenerisce» sintetizza un vigile. Shopping a braccetto col degrado: l’odore di orina aggredisce non appena esci dal metrò in San Babila, dove il cantiere della metro in via Borgogna offre nuovi spazi di espansione al popolo dei senzatetto. Fino a qualche mese fa in piazza San Carlo un homeless lasciava ogni mattina la busta con i suoi bisogni nell’abside sulla facciata della chiesa. Poi è scomparso.
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