Pestano e rapinano i coetanei: «Via le scarpe, tanto siete ricchi». Arrestati otto adolescenti

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di Giammarco Oberto

Per incastrarli i carabinieri della Compagnia di Seregno hanno dovuto sorbirsi non un film, ma un’intera serie: ore e ore di materiale girato dalle telecamere nascoste nel parco di Besate Brianza che la baby gang aveva eletto a proprio terreno di caccia. È stata un’indagine tecnica di alto livello - coordinata dalla procura per i minorenni di Milano - quella che ha portato all’arresto tra le province di Monza e Lecco di otto adolescenti tra i 15 e i 16 anni.

Un film di gangster con i brufoli: le aggressioni ricostruite dai carabinieri sono 12, tutte ai danni di coetanei, circondati nel parco e spogliati di tutto quello che avevano di prezioso: soldi, scarpe, cppellini, capi griffati di abbigliamento. «Io rubo tutto quello che mi piace, tanto voi c’avete i soldi» si sente affermare durante un assalto uno dei baby aggressori. Quando i carabinieri hanno bussato alle loro case, la spavalderia è evaporata, davanti alle divise e agli occhi sgranati di genitori che - come sempre - cadevano dalle nuvole. Gli otto sono ai domiciliari: il gip Marina Zelante ha imposto anche il divieto di utilizzare social network, internet o cellulari, se non con i propri familiari. Altri tre adolescenti e un maggiorenne sono stati denunciati.

A far partire l’inchiesta è stata l’aggressione ad un ragazzino che, braccato da cinque degli indagati, è stato accerchiato e minacciato con un acciarino e poi rapinato dei 30 euro che aveva in tasca, nel parco Villa Filippini di Besana Brianza.

Il giorno successivo il gruppetto si è ripresentato nel parco ed ha costretto alcuni amici della prima vittima a spogliarsi di scarpe e indumenti e soldi, dopo averli spintonati e minacciati. Poi ci hanno preso la mano: il giorno dopo, un’altra analoga aggressione; dopo sette giorni, hanno pestato un minorenne incuranti del fatto che fosse in compagnia del nonno, davanti a una claque di una ventina di altri ragazzini che incitavano a colpire più forte: «Rissa, rissa», scandivano. E 24 ore dopo, quando alcuni genitori si erano già recati in caserma a sporgere denuncia, la banda, col supporto dei quattro denunciati, ha organizzato una spedizione punitiva nel parco, per dissuadere le vittime dal denunciarli: «Se fai il mio nome agli sbirri ti entro in casa e spacco tutto, non sto scherzando». E giù botte: in tre quel pomeriggio sono finiti in ospedale con varie contusioni ed escoriazioni, dal quale sono stati dimessi con prognosi di sette giorni.


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Dicembre 2021, 12:02
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