Giacomo Poretti: "Faccio parlare l'anima a teatro"

Giacomo Poretti: "Faccio parlare l'anima a teatro"

di Ferruccio Gattuso
Dal collettivo al fai da te, dal cinema al one man show in teatro. Giacomo Poretti, 62 anni da Villa Cortese (Milano), colonna della formazione comica Aldo, Giovanni e Giacomo, torna per quest’estate in tour (e per la prossima stagione) al primordiale amore: il monologo. Con “Fare un’anima”, da lui scritto con Luca Doninelli. A Milano è atteso al Teatro Leonardo dal 15 al 25 novembre. Il celebre attore spiega la sua missione. far ridere e pensare, in un suggestivo ping pong di battute e riflessioni sul senso dell’anima.
Giacomo, che fa, la butta sul filosofico? «Si potrebbe dire di sì, ma sempre usando il registro comico e ironico. Non sono qui per convertire, eh. Guardi Woody Allen: l’umorismo spiega le cose più difficili».
Il suo è un esordio al monologo?
«Prima di unirmi ad Aldo e Giovanni ci avevo provato, con scarso successo. Ma per quella strada avevo incontrato gli altri due. Il tentativo servì, dunque. Ora ci riprovo».
Come mai ora?
«Il patto con Aldo e Giovanni, dopo il 25esimo insieme, era questo. Per due anni liberi tutti. Poi torneremo, con un film».
Tre anni fa lei pubblicò il libro “Al Paradiso è meglio credere”, un romanzo che parlava di fede. Qualcosa di quell’opera è in questo monologo?
«Sì, un poco. Lo spettacolo solleva domande che tutti, credenti o meno, ci facciamo. Che ci facciamo qui, perché la morte, c’è un’anima che resta? L’idea del monologo mi frulla in testa da quando nacque mio figlio Emanuele. In quell’occasione in ospedale un sacerdote disse a me e mia moglie: “bene, avete fatto un corpo, ora dovete fare l’anima”. La comicità del testo nasce dalla constatazione che, oggi, l’anima sembra la cosa più anti-moderna che possa esistere».
 Perché? «Perché c’è già Siri che, dallo smartphone, risponde a tutte le nostre domande».
L’approdo a Milano in autunno: cosa prova?
«La nuova Milano post-Expo è una città ottimista e affascinante, e veramente bella.
Ha tutto, ed è casa mia. Per le metropoli il rischio, però, è che perdano l’anima». 

Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Luglio 2018, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA