Spende 16 euro per la spesa al supermercato, ma la cassiera ne addebita 30 in più. La cliente: «Io umiliata e trattata come una ladra»

Ci sono voluti 40 giorni prima che il discount si decidesse a restituire i 30 euro incassati indebitamente

Spende 16 euro al supermercato, ma la cassiera ne addebita 30 in più. La cliente: «Io umiliata e trattata come una ladra»

di Redazione web

Compra prodotti alimentari per 16,9 euro, paga con il bancomat e poi scopre che il supermercato le ha addebitato sul conto una spesa di 47,3 euro: ben 30 in più. E a qual punto, per una cliente pordenonese inizia una sorta di Odissea per farsi restituire i soldi della spesa che non aveva fatto, riporta Il Gazzettino.

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Cosa è successo

Un errore, per quanto strano, può anche capitare, ma la cosa degna di nota è che per riavere indietro la somma pagata in eccesso, la donna, N.S. pordenonese, ha dovuto patire non poco. Il fatto è accaduto alla Lidl di Pordenone, alcune settimane fa. Nel pomeriggio, infatti, la donna, dopo aver pagato la spesa alla cassa, si è accorta che la cifra riportata sullo scontrino non corrispondeva all'addebito effettuato contestualmente. Dopo aver controllato i soldi che erano stati incassati dal sul suo conto, è tornata al supermercato. Qui, però, sono iniziati i problemi. Le sue rimostranze, infatti, sono state ignorate sia dalla cassiera che dal personale e per la donna non c'è stato verso di ottenere un colloquio con il responsabile dello store di via Ungaresca.

Il racconto

«Anzi - ha raccontato N.S. all'Adoc (Associazione che tutela i consumatori), alla quale si è rivolta per trovare sostegno - mi sono sentita umiliata perchè mi hanno lasciata in attesa per più di 20 minuti all'estremità della cassa, limitandosi ogni tanto a rovistare senza gentilezza nella borsa della mia spesa per verificare i prodotti e il loro prezzo, come se avessi rubato qualcosa.

Alla fine mi hanno liquidata dicendomi di chiamare il numero verde». «Numero verde - spiegano all'associazione - che come ha constatato l'Adoc, non dà spiegazioni nè indicazione sul personale nè tanto meno sul dirigente del supermercato». «Non ci sono più i telefoni nei nostri punti vendita, se vuole parlare col responsabile - hanno detto - deve andarci di persona. E' meglio, però se scrive una mail».

Ma nemmeno il reclamo scritto ha sortito effetti. Il discount, nonostante la banca nella voce accanto alla transazione di 47,3 euro riportasse che si era trattato di un pagamento pos a favore del supermercato in questione, nello stesso giorno e nello stesso minuto in cui era stato battuto lo scontrino, ha negato ogni addebito spiegando che da parte loro non erano emerse problematiche di quel tipo. Per iscritto - inoltre - il vertice del discount ha ribadito la professionalità dei propri dipendenti, che si distinguono per la precisione, l'efficienza e la trasparenza nei confronti del cliente. E ha aggiunto "che dall'accurata verifica non è risultato alcun problema relativamente alla transazione indicata" . Come dire: "sono affari suoi se ha pagato la spesa più del doppio".

Ci sono voluti 40 giorni prima che il discount si decidesse a restituire i 30 euro incassati indebitamente. «Se avesse voluto andare per il sottile - dicono all'Adoc - la donna avrebbe potuto chiedere i danni al supermercato, però trattandosi di una piccola somma, pur essendo grande il principio, ha ritenuto che non valesse la pena quantificarli. Il supermercato non è stato altrettanto "signore": non solo non le ha chiesto scusa, ma non le ha neppure donato una caramella per il disturbo. Questo caso non può che ingenerare dubbi sui pagamenti con le carte, per evitare spiacevoli sorprese meglio fermarsi e controllare se scontino e prelievo col pos corrispondono».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Luglio 2023, 15:09
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