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Cade dalla seggiovia, bimbo salvato dal medico eroe: «Quei 5' sospeso nel vuoto»
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di Paolo Calia
«Quando l'ho visto scivolare nel vuoto ho istintivamente allungato il braccio e l'ho afferrato per la giacca a vento. Ed rimasto così sospeso, trattenuto solo da me». È drammatico il racconto di Michele Pagliaro, ex ufficiale dell'Aeronautica, medico dermatologo romano da anni residente a Treviso dove lavora alla clinica San Camillo oltre a gestire un ambulatorio a Castagnole. Ieri mattina, a Brentonico, in provincia di Trento, ha letteralmente salvato la vita a un bambino veronese di sei anni che stava cadendo dalla seggiovia in movimento. I due si trovavano ad almeno una decina di metri dal suolo. «Una caduta da quell'altezza avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche», ammette.
LA DINAMICA
È stata questione di secondi. Quando ha visto il bambino di sei anni seduto accanto a lui scivolare nel vuoto, non ha pensato a nulla. Ha solo allungato il braccio afferrando la prima cosa che gli è capitata a tiro, nello specifico il bavero della giacca a vento del piccolo, paralizzato dal terrore. E lo ha tenuto così, sospeso nel vuoto, per quasi cinque minuti. Fino a quando non è stato possibile farlo cadere in modo controllato, in un punto più basso e con l'aiuto di qualcuno. Al bimbo è andata anche bene, se l'è cavata con una frattura a tibia e perone di una gamba e qualche contusione. Adesso si trova ricoverato in condizioni non gravi all'ospedale Santa Chiara di Trento, ma presto verrà trasferito nella sua Verona.
IL RACCONTO
«Questa mattina (ieri ndr) - racconta Pagliaro - sono salito sulla seggiovia Montagnola. È un impianto di risalito non coperto, di quelli con postazioni a quattro posti, chiusi con la barra. Assieme a me c'erano tre bambini che non conoscevo, probabilmente allievi della scuola di sci del posto. Accanto avevo il piccolo, di sei anni. Quando l'impianto si è messo in moto iniziando la salita verso la pista, il bambino ha cominciato a scivolare. Non so perché, forse era seduto troppo in avanti. Eravamo già molto alti quando ho capito che stava per cadere. A quel punto ho allungato il braccio, ho praticamente afferrato il piccolo al volo prima che precipitasse iniziando a gridare di fermare l'impianto». Ma nessuno lo ha ascoltato. Pagliaro si è così trovato a sorreggere il bambino, ormai terrorizzato, e praticamente sospeso nel vuoto. Uno sforzo immane sia per il peso del bimbo, sia per l'altezza a cui si i due si trovavano e sia per la posizione innaturale cui Pagliaro è dovuto rimanere per non perdere l'equilibro e mantenere salda la presa sul piccolo. Una situazione che non poteva durare a lungo.
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