Bruzzone: «Il massacro di Lecce è la vendetta di un narciso. Ha punito De Santis e Eleonora per averlo allontanato»

Bruzzone: «Il massacro di Lecce è la vendetta di un narciso. Ha punito De Santis e Eleonora per averlo allontanato»

di Valeria Arnaldi
Uccisi perché «troppo felici». Roberta Bruzzone, criminologa, come valuta il movente confessato dall’assassino per il duplice omicidio di Lecce?
«È una semplificazione. Siamo davanti a una personalità disturbata, di tipo narcisistico, probabilmente borderline. Credo che il giovane abbia trasformato la decisione di De Santis di riprendersi l’abitazione per vivere con la compagna in una sorta di abbandono. Non si credeva parte della coppia, ma della situazione. Vivere con De Santis, stimato in città, lo gratificava. Il mancato rinnovo dell’affitto lo ha fatto sentire escluso, umiliato».
Per questo ha deciso di uccidere?
«Era vendicativo, lo dimostra anche quel messaggio su facebook. Voleva punire i due fidanzati per far capire che era importante e che non potevano liberarsi così di lui. Le previste torture lo facevano sentire gratificato».
I social, con l’illusione di essere tutti “connessi”, possono essere rischiosi per tali personalità?
«I social possono far credere che ci siano rapporti anche dove non ci sono. Soggetti disturbati possono pensare di essere amici di qualcuno, magari per un messaggio. Lo sto sperimentando su di me, come personaggio pubblico. Le personalità più fragili possono non elaborare frustrazioni per presunte ma inesistenti relazioni e arrivare ad adottare comportamenti autodistruttivi o, come in questo caso, eterodistruttivi».

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Settembre 2020, 16:06
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