Leggi anche > Bruzzone: «Il massacro di Lecce è la vendetta di un narciso. Ha punito De Santis e Eleonora per averlo allontanato»
LE TELECAMERE Un filmato ripreso dalle telecamere di sorveglianza della zona mostra De Marco mentre si allontana dalla scena del delitto. Il ragazzo non aveva previsto il campo effettivo della ripresa, immaginando che bastasse attraversare la strada per essere al riparo da quell'occhio indiscreto e indagatore. Un percorso fin troppo "innaturale". Ai fini dell'indentificazione è stato utile, inoltre, osservare che nel filmato in questione non aveva naso e bocca coperti, mentre poco prima un'altra telecamera aveva immortalato un ragazzo con una mascherina nera «verosimilmente corrispondente» a quella ritrovata nell’appartamento. Sui jeans sono visibili macchie di sangue.
LA MASCHERINA E IL GUANTO IN LATTICE Dentro l’appartamento sono stati trovati una “mascherina facciale di colore nero”, un frammento di guanto in lattice e la guaina nera di un coltello lunga 29 centimetri. Oggetti nelle mani dei Ris.
LA FOTO SCOMPARSA DA WHATSAPP Un altro dettaglio ha insospettito gli inquirenti: la foto scomparsa dal profilo di Whatsapp qualche giorno dopo gli omicidi. Dopo aver scandagliato il cellulare delle vittime alla ricerca di contatti, quel particolare era saltato agli occhi. La foto del numero memorizzato come "Ragazzo infermiere", ben visibile nella prima ricerca, era stata rimossa probabilmente per paura di essere rintracciati. Il contatto era tra quelli associati alla parola "Montello", come tutti gli ex inquilini dell'appartamento, potenziali possessori di una copia delle chiavi di casa.
Tutti questi "passi falsi" hanno portato all'arresto del ragazzo. Pezzi di puzzle che il Nucleo investigativo di Lecce, con il supporto dei Ris di Roma e della sezione Crimini violenti del Ros, hanno ricomposto in una settimana.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Settembre 2020, 12:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout