«Lasciate pulito, non siamo a Napoli»: i cartelli sui cassonetti. Il sindaco: «È iniziativa di un cretino»

«Lasciate pulito, non siamo a Napoli»: i cartelli sui cassonetti Il sindaco: «È iniziativa di un cretino»
Ci risiamo. Ancora una volta qualcuno accumuna Napoli a sinonimo di immondizia. E' accaduto a Pordenone dove è comparso un cartello. "Lasciare pulito, non siamo a Napoli". Sono bastate poche parole affisse ai cassonetti dell'immondizia, per scatenare il putiferio.

Il caso è stato segnalato a Rorai Grande, quartiere residenziale di Pordenone. Alcuni residenti hanno affisso i cartelli sui cassonetti dell'immondizia, pieni di rifiuti nei giorni delle festività natalizie. Un cittadino pordenonese di origini napoletane ha ripreso il tutto e la notizia ha suscitato la reazione stizzita di tanti cittadini campani. Sono partite accuse di razzismo nei confronti dei pordenonesi. Il Comune ha provveduto immediatamente alla rimozione dei cartelli. 



Il post e il video, che ha suscitato molto clamore, è stato segnalato dallo scrittore Angelo Forgione alla trasmissione radiofonica “La Radiazza”, in onda su Radio Marte di Napoli. I giornalisti hanno raggiunto telefonicamente l’autore del filmato: «Pordenone non è quello che emerge da questo caso – ha dichiarato Pacetta, che nella città friulana gestisce una pizzeria –. Io qui ho un’attività e ci sto bene con tutta la mia famiglia, ma mi sono arrabbiato perché ieri mia figlia 11enne è tornata a casa e mi ha detto di aver visto queste scritte. Allora ho fatto il video perché fa male leggere queste cose della propria città, ma sicuramente sarà opera di qualcuno che ha problemi».

Dunque, si tratterebbe dell’iniziativa di un privato che va comunque segnalata alle autorità comunali, come suggerito da Forgione, anche lui intervenuto telefonicamente: «Capisco che Fabio non voglia dare troppo clamore all’episodio, ma non è accettabile che un popolo e la sua storia vengano trattati in questo modo. Suggerisco di rivolgersi al sindaco, che deve far rimuovere quei manifesti e scoprire chi li ha messi». Poi lo scrittore ha chiosato: «Anche perché queste frasi le possono leggere i bambini, che poi crescono con la convinzione che Napoli è una città dove non si può andare. E questo non va bene».

Il movimento di protesta è cresciuto di ora in ora fino a che sono intervenute le istituzioni. «Risale ad un periodo lontano l'immagine di Napoli sfigurata dalla cattiva gestione del ciclo dei rifiuti», ha scritto Flavia Sorrentino, delegata all'autonomia della Città di Napoli-Ufficio Difendi la Città di Napoli, in una lettera inviata al sindaco di Pordenone. «Civiltà significa rispettare una comunità che rappresenta la terza città d'Italia e che, per vocazione storica e geografica, è capitale del Mezzogiorno - ha aggiunto Sorrentino -. Servirsi del nome di Napoli come esempio di negatività è diventata abitudine deprecabile, discutibile e contestabile soprattutto quando chi si presta a questo tipo di affermazioni esprime un concetto ormai introiettato per faciloneria e non più sottoposto a critica di coscienza, creando ripercussioni sullo sviluppo locale e sullo stato d'animo di quanti a Napoli sono legati».

Le scuse del primo cittadino di Pordenone Alessandro Ciriani sono arrivate in tempo reale: «È stata l'iniziativa di un cretino - sono le parole usate dall'amministratore friulano -: quel cartello ha indignato tutti, ma non dobbiamo ingigantire questa vicenda.
Il Comune non solo ha preso le distanze, ma ha già provveduto, appena informato dell'accaduto, a rimuovere i tre fogli». «Il gesto scellerato di un singolo individuo - ha concluso il sindaco - non può minare la storia di una città che è fatta di generosità e altruismo, apertura mentale e condivisione».

Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Gennaio 2019, 22:41
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