Il ministro Piantedosi a Leggo: «A Roma e Milano nel mirino le storiche occupazioni. Interventi immediati per impedirne di nuove»

Il ministro dell’Interno a Leggo: «I clan Moccia, Spada, Marando e Di Silvio si rafforzano con il racket delle case»

Il ministro Piantedosi a Leggo: «A Roma e Milano nel mirino le storiche occupazioni. Interventi immediati per impedirne di nuove»

di Davide Desario

Ministro Piantedosi, la vicenda dello sgombero dell’hotel Astor di Firenze, da dove è scomparsa la bambina peruviana di 5 anni, ha rimesso al centro dell’attenzione lo scandalo delle occupazioni abusive. Cosa state facendo?

«La drammatica scomparsa di Kata ha certamente riportato all’attenzione dell’opinione pubblica lo scandalo del racket delle occupazioni, un fenomeno che il Ministero dell’Interno conosce bene e sta già affrontando, attuando una strategia di intervento che punta alla liberazione degli immobili garantendo soluzioni alloggiative a chi, il più delle volte vittima delle organizzazioni criminali che gestiscono le occupazioni anche ricorrendo a intimidazioni e violenze, si trovi in una condizione di bisogno e di fragilità».

Intanto però arrivano altre occupazioni illegali.

«Stiamo intensificando l’attività di prevenzione: vogliamo evitare nuove occupazioni di stabili. Se ci saranno, provvederemo alla loro liberazione immediatamente».

Dunque tolleranza zero sulle nuove occupazioni?

«Nuove occupazioni non possono essere tollerate. Ad esempio, lo scorso 22 giugno, a Roma, circa 150 persone appartenenti a gruppi antagonisti hanno occupato una scuola in disuso in via Tiburtina. Come avevamo già fatto in un simile caso a Torino, l’immobile è stato liberato il giorno stesso senza disordini e tensioni, anche grazie all’eccellente lavoro della Questura».

Però ci sono tanti stabili che aspettano da tempo di essere liberati.

«Dall’inizio dell’anno a Milano, a Napoli, a Torino si è già proceduto a sgomberi di immobili occupati abusivamente da anni. Nel capoluogo partenopeo con la liberazione lo scorso 19 giugno dell’ex deposito ed officina della azienda napoletana mobilità non si registrano più occupazioni di complessi edilizi di grandi dimensioni. Occorre peraltro sottolineare che, il più delle volte, le operazioni di sgombero di interi stabili risultano estremamente complesse in quanto necessitano di una adeguata ed articolata pianificazione che tenga conto delle possibili ricadute sul piano sociale, garantendo in particolare adeguate soluzioni abitative, anche solo temporanee, alle famiglie più fragili e bisognose. In tal senso, è essenziale la collaborazione di tutte le istituzioni del welfare territoriale che devono essere chiamate ad uno sforzo straordinario per la doverosa attenzione al tema del ripristino della legalità e del superamento di quelle condizioni di degrado che alimentano disagio sociale e criminalità. Questa strategia ha dato già importanti risultati».

E la Capitale?

«A Roma deve continuare la sinergia tra Prefettura, Comune e Regione che coordinai da prefetto della Capitale, mediante la quale abbiamo liberato occupazioni storiche come Viale del Caravaggio, Via di Torrevecchia e Viale delle Province, senza alcun problema per l’ordine pubblico, tutelando chiunque versasse in una condizione di necessità».

Nelle grandi città è molto diffuso il fenomeno dell’occupazione di appartamenti di edilizia residenziale.

«L’occupazione degli appartamenti di edilizia residenziale pubblica è, se possibile, ancor più odiosa. I “legittimi proprietari” di quegli alloggi infatti sono proprio quelle migliaia di persone, magari da anni utilmente collocate in graduatoria, che da sole una casa non possono procurarsela.

Tra l’altro, in un circolo vizioso che va stroncato, quando un appartamento finisce nell’orbita dell’illegalità, quelle stesse persone a cui sarebbe di diritto destinato si trovano a doverlo pagare ai clan, che utilizzano il racket delle occupazioni per rafforzare il proprio controllo sul territorio, aggravando la condizione di quartieri già segnati da disagio economico e marginalità sociale».

Quali clan?

«A Roma, abbiamo liberato appartamenti occupati dai Moccia, dagli Spada, dai Marando, dai Di Silvio, consapevoli che restituire quegli immobili al patrimonio pubblico non ha significato soltanto ridare una casa a chi ne ha bisogno, ma restituire credibilità allo Stato, rendere più forti le Istituzioni davanti ai cittadini. Ha significato affermare con i fatti che un’alternativa di vita nella legalità è possibile».

Non c’è il rischio che dopo lo sgombero i clan rioccupino?

«Stiamo lavorando in sinergia affinché a ogni iniziativa di liberazione di immobili seguano procedure di assegnazione immediata per ridurre la percentuale di case vuote ed impedire la rioccupazione di immobili faticosamente liberati».

Dagli inizi di gennaio sono state avviate le operazioni cosiddette ad “alto impatto” nelle grandi stazioni. E’ soddisfatto?

«Ritengo che il bilancio debba ritenersi sicuramente positivo. Le operazioni interforze realizzate dal 16 gennaio non solo Roma, Napoli e Milano, ma anche a Torino, Firenze, Bologna, Bari e Palermo, hanno consentito di identificare quasi 250.000 persone, di cui 86.125 straniere. Sono 585 quelle arrestate e 3.130 i denunciati. Le misure di prevenzione personale adottate nei confronti di altrettanti soggetti sono state 367 mentre sono 659 i cittadini stranieri espulsi, di cui 109 accompagnati nei Centri di permanenza per i rimpatri. L’obiettivo ovviamente è sempre quello di prevenire e impedire i reati ma laddove non è possibile, lo Stato dimostra di fare la sua parte assicurando i responsabili alla giustizia».

Purtroppo, soprattutto nelle stazioni continuano a vedersi accampamenti di fortuna che nonostante gli interventi delle forze di polizia si ricostituiscono subito dopo.

«Le stazioni sono luoghi caratterizzati da un’altissima concentrazione di persone. Tra loro, c’è anche un’umanità dolente rispetto alla quale l’azione delle forze di polizia non può essere in alcun modo risolutiva. Occorre agire sulle ragioni del disagio sociale. In questi contesti, si registra peraltro una fortissima presenza di stranieri irregolari e questo conferma ancora una volta l’esigenza di scongiurare arrivi incontrollati che finiscono di fatto per alimentare emarginazione e degrado».

Il centrosinistra non la vede così.

«Chiariamo il punto. Un’immigrazione sicura e regolamentata rappresenta un fenomeno positivo non solo per l’Italia, ma anche per i migranti stessi. L’immigrazione irregolare gestita da reti criminali che si arricchiscono con il traffico di esseri umani espone infatti le persone a gravi rischi per la propria incolumità. Peraltro, chi arriva tramite questi pericolosissimi canali il più delle volte non ha diritto a rimanere. Per questa ragione il Governo Meloni ha aumentato con il “decreto flussi” il numero di persone che possono fare ingresso legale nel nostro Paese, molto più dei suoi predecessori. Per la stessa ragione abbiamo scelto una linea inflessibile nei confronti di un vero e proprio sistema strutturato e per nulla estemporaneo, quello dei trafficanti, che senza scrupoli sfruttano la disperazione per arricchirsi»

riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Giugno 2023, 13:51
© RIPRODUZIONE RISERVATA