«In diverse regioni d'Europa la popolazione di cinghiali si è sviluppata in modo incontrollato - ha dichiarato nelle conclusioni Andriukaitis - questo ha un ruolo importante nella diffusione e persistenza della malattia». Quindi, «nel rispetto delle regole Ue sulla protezione della natura», serve collaborazione tra Paesi e tra agricoltori, ambientalisti e cacciatori per mettere sotto controllo la proliferazione dei suini selvatici. In Belgio, da settembre a oggi sono 231 i cinghiali trovati infetti. Un evento che porta l'epidemia partita da Georgia e Russia nel 2007 fino a interessare anche alcune regioni della Cina, nel cuore dell'Europa. Vicino ai più grandi produttori del continente, come Germania, Francia, ma anche Danimarca, che per proteggere un'industria vanto nazionale che vale 1,5 miliardi di euro l'anno, ha annunciato la costruzione di un muro anti-cinghiale alto 150 cm e lungo 70 km al confine con la Germaniai.
Ma nel convegno è emersa anche la necessità di abbattimenti selettivi e mirati. Interventi in grande scala, oltre che inutili, potrebbero sortire effetti collaterali indesiderati. Secondo l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, il virus potrebbe essere arrivato in Europa trasportato proprio da cinghiali e maiali selvatici spinti verso l'Ue da battute di caccia su grande scala praticate dai russi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Dicembre 2018, 20:24
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