«Sono rimasto sconvolto dalle modalità brutali con le quali è stata uccisa Pamela - ha raccontato l'uomo - è così ho deciso di fare un'azione personale. Volevo andare in tribunale e fare giustizia, volevo colpire il nigeriano ma poi ho cambiato idea». Giorgio ha anche spiegato che durante la caccia all'uomo, Traini ha sparato verso la sede del Pd e verso alcuni esercizi commerciali.
Negozi che, ha detto agli investigatori, o erano frequentati da immigrati o erano luoghi dove si spacciava droga.
Prima di arrendersi, inoltre, il ventottenne è andato nel luogo dove sono state ritrovate le valigie con i resti della ragazza: lì ha pregato, ha lasciato una scatola di proiettili vuota e una sorta di cero votivo di Mussolini. Poi è andato in piazza Vittoria e si è fatto arrestare sulla scalinata del monumento ai caduti. «Quando è stato arrestato - ha detto Giorgio - la pistola per il folle gesto era in macchina e dunque dobbiamo ritenere che avesse completato il suo originario progetto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Febbraio 2018, 12:56
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