Anna, insegnante malata di tumore e licenziata mentre è in malattia: «Senza Tfr e pensione da 5 mesi, i soldi stanno finendo»

Docente di educazione fisica a Torino, dal 2007 è una paziente oncologica. La sua battaglia in una lettera alla Cub Sur

Anna, insegnante malata di tumore e licenziata mentre è in malattia: «Senza Tfr e pensione da 5 mesi, i soldi stanno finendo»

di Redazione web

Dieci anni fa, Anna Vitiello partiva dalla provincia di Napoli per trasferirsi in Piemonte, pronta a iniziare una nuova vita come docente di Educazione fisica. Portava con sé non solo le sue tre figlie ma anche un entusiasmo incontenibile per la sua professione. Oggi, la sua realtà è profondamente cambiata: confinata in un letto dell'Hospice di Carignano, combatte una battaglia contro un tumore avanzato, un nemico che si è fatto più minaccioso nel corso degli anni. Dopo essere stata giudicata permanentemente inabile al lavoro, ha perso il suo stipendio e attende ancora la pensione.

«Non so più come andare avanti. Quei pochi soldi che avevo sono finiti e mi sto riempiendo di debiti», confessa Anna in una lettera indirizzata al sindacato CUB Scuola università ricerca di Torino e riferita oggi dal Corriere della Sera, sperando di trovare una soluzione a questa ingiusta situazione. Da quando è stata licenziata dall'Istituto superiore Primo Levi di Torino, la sua vita è diventata un labirinto burocratico, una serie di porte chiuse e risposte evasive. «La scuola dice che il Mef non spiega come si prepara questo documento, il risultato è che io sono dal mese di ottobre senza stipendio e senza pensione perché ci sono dei ritardi anche con l'Inps», racconta Anna.

Il licenziamento

Malata oncologica dal 2007, ha affrontato la malattia con coraggio, insegnando in diverse scuole del Piemonte fino a quando la sua condizione non le ha più permesso di svolgere il suo amato lavoro. «A dicembre 2022 la malattia non mi permetteva più di fare tutte le ore di servizio, pertanto feci partire la malattia.

Successivamente chiesi la visita collegiale per poter richiedere la pensione di inabilità al lavoro», ricostruisce l’insegnante nella sua lettera. «Il 5 ottobre 2023 faccio la visita collegiale e mi dichiarano inabile al lavoro. Nel frattempo il 31 agosto 2023 scade il contratto al Bosso Monti e rientro al Primo Levi, scuola di appartenenza, la quale dopo 10 giorni dal ricevimento del verbale della commissione medica fa partire il licenziamento. Era il 18 ottobre 2023». Una decisione che lei contesta, sottolineando come l'inabilità non dovrebbe essere una causa valida per il licenziamento, soprattutto considerando le tutele previste per i malati oncologici.

La denuncia

Il caso di Anna è diventato un simbolo di lotta, grazie anche all'intervento di una volontaria dell'Hospice, anch'essa docente in pensione, che ha deciso di supportare la sua causa. Cosimo Scarinzi, coordinatore nazionale CUB Sur, descrive la situazione come «inaccettabile», un esempio chiaro dell'inefficienza e disumanità di una burocrazia «cieca e sorda» di fronte a una storia di tale gravità. Il sindacato ha avviato una raccolta fondi per aiutare Anna, in un tentativo di alleggerire il peso delle sue preoccupazioni finanziarie.

Mentre Anna aspetta nel suo letto all'Hospice della Faro, circondata dall'affetto delle sue figlie ma anche dalle incertezze economiche, si aggrappa alla speranza di una risoluzione. Ogni giorno consulta la pratica della sua pensione, cercando segni di progresso. «Sembra che sia all'ufficio 'controllo e pagamento', risulta in lavorazione», dice, cercando di mantenere la fede in un sistema che finora l'ha delusa.


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Marzo 2024, 12:27
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