Incidente Frecce Tricolori, il dubbio sul "bird strike": «Il rischio era alto, allarme ignorato». Al vaglio le chat dei militari

La procura di Ivrea sta indagando sull'accaduto

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di Redazione web

«Sono profondamente addolorato per quello che è successo, sto solo pensando alla piccola Laura». Poche parole racchiudono il dolore del maggiore Oscar Del Dò. Sabato era ai comandi dell'aereo delle Frecce Tricolori che si è schiantato a Torino, uccidendo una bambina di 5 anni. La procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per disastro aereo e omicidio colposo.

Il pilota verso registro indagati

Tra gli indagati potrebbe finire anche il militare, sicuro però di aver fatto tutto il possibile, evitando le case grazie a una manovra effettuta prima di eiettarsi dal velivolo in caduta. «Fossi rimasto più a lungo dentro l'aereo sarei morto», avrebbe detto ai suoi superiori. Da stabilire le cause dell'incidente. Resta forte il dubbio che si sia trattato di un «bird strike», uno stormo di uccelli che avrebbe mandato in panne il motore del Pony 4. 

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Il dubbio: rischio uccelli era alto

«Ma a cosa servono le Frecce?», si chiedono in tanti in queste ore. Per molti sono un orgoglio da proteggere, ma l'incidente durante l'esercitazione a Torino apre certamente una discussione. Soprattutto, perché ci è andata di mezzo la vita una bambina, che aveva la sola "colpa" di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma per quale motivo quell'aereo è caduto? Lo stabilirà la procura, al lavoro per stabilire le cause. Intanto, nelle chat dei militari, circola un audio che rafforza l'ipotesi del bird strike: «Il rischio era più che moderato, era severo. Sono decollati con tutti quegli uccelli, un disastro», un virgolettato riportato da Repubblica. Al vaglio audio e chat degli aviatori. Sono oltre cento i reperti sequestrati finora per le indagini. Anche l'Aeronautica svolge un'indagine parallela.

L'incidente: la manovra del pilota

L'ipotesi che l'incidente sia stato provocato da un bird strike - l'impatto con uno stormo di uccelli - sembra ormai certa.

Così come ipotizzato anche dal generale Luigi Del Bene, comandante delle forze di combattimento di Milano. «La fase - spiega - era quella di decollo. Sulle cause non si può escludere nulla. Anche il birdstrike. Di certo c'è stata una avaria al motore che ha smesso di funzionare: è stato il motivo per cui ha perso velocità in quota».

Tutto è accaduto nell'ordine di pochi secondi: «è questo il tempo a disposizione per prendere delle decisioni. Lui si è concentrato sullo spostare l'aereo lontano da zone abitate», ha aggiunto il generale. Intanto emerge più nel dettaglio quanto è accaduto negli istanti prima dell'impatto. L'aereo era appena decollato dall'aeroporto e dopo circa trenta secondi era già precipitato prendendo fuoco: appena in volo ha incontrato uno stormo di uccelli, almeno uno di questi è entrato nella presa d'aria e ha impattato il motore. L' 'intruso' ha attivato un sensore di pressione che porta allo spegnimento del motore e la Freccia ha avuto un calo di potenza.

Il tentativo del pilota di poter recuperare la situazione è proseguito: Del Dò ha applicato una procedura di emergenza ma la quota e la velocità basse non gli hanno consentito di avere il tempo necessario per provare un ciclo completo di riaccensione. Con ogni probabilità Il nome del pilota dell'aereo sarà iscritto nel registro degli indagati della procura di Ivrea. Il passaggio è infatti imposto dalla procedura perché è necessario disporre una serie di accertamenti tecnici irripetibili. L'atto non comporta accuse specifiche o attribuzioni di responsabilità.

 

Chi è il pilota Del Dò

Il maggiore Oscar Del Dò, di 35 anni, di Torreano di Martignacco (Udine), è entrato nelle Frecce tricolori il 19 dicembre 2019, faceva il terzo gregario sinistro (pony 7). Oggi Del Dò è il secondo gregario sinistro della formazione (Pony 4). È un pilota esperto, con oltre 2.000 ore di attività alle spalle e proviene dal 132esimo Gruppo del 51esimo Stormo di Istrana. Il professore Mauro Fasano, coordinatore della sezione aeronautica dell'istituto udinese Malignani e insegnante della futura Freccia, lo ricorda come «un ragazzo in gamba, serio, preparato, preciso e molto meticoloso» che «si era impegnato tanto per riuscire a realizzare il suo sogno di entrare nelle Frecce».


Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Settembre 2023, 15:06
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