Incidente Corso Francia, Eleonora Daniele: «Le regole non sono fatte per essere infrante, ma ai ragazzi non è chiaro»

Incidente Corso Francia, Eleonora Daniele: «Le regole non sono fatte per essere infrante, ma ai ragazzi non è chiaro»

di Eleonora Daniele
A distanza di due settimane dall'incidente di corso Francia, altre tragedie sono avvenute sotto i nostri occhi, l'ultima in ordine di tempo quella di Lutago, dove un 28enne ha travolto e ucciso un gruppo di persone che si trovava a bordo strada. Il giovane, aveva un tasso alcolemico elevato, pari a 1,97 grammi/litro, ovvero poco più di quell' 1,4 trovato nel sangue di Pietro Genovese, 20 anni, accusato di omicidio plurimo per la morte di Camilla e Gaia, 16enni.
La prima domanda spontanea è perché un ragazzo di vent'anni non segua le regole pensando di poter fare ciò che vuole? Le regole non sono fatte per essere infrante, e questo a molti giovani neopatentati è poco chiaro. È stato un maledetto destino a portare alla morte Camilla e Gaia, o quella superbia tipica adolescenziale di sfidare la legge, che anche noi provavamo a quell'età? Quante volte abbiamo duellato con la sorte, sentendoci forti e invincibili? Ora si giocherà tutto sulle super perizie: Camilla e Gaia dove si trovavano quando sono state travolte? Hanno guardato prima di oltrepassare il limite tra la loro giovane vita e la morte? Quanto veloce andava Pietro?
Non me la sento di prendere una posizione, abbiamo fallito tutti quella sera. Ci sentiamo vicini a questa storia troppo mediatica, perché ci siamo chiesti: se fosse capitato a me? A una distrazione delle mie figlie? E se fossi stato io alla guida del Suv di Genovese, sarei riuscito a fermarmi in tempo? Nessuna guerra sulle perizie riporterà alla vita le due 16enni, come nessun pentimento potrà cancellare il senso di colpa del giovane Pietro. Nessuna consolazione, solo tanto dolore.

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Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Gennaio 2020, 10:37
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